Giardino della memoria nella nuova Pescara Fondi per monumenti e luoghi caratteristici

Alle porte della frazione l’omaggio alle 51 vittime del sisma. Ordinanza della Regione Marche, 46 milioni per le opere pubbliche. L’assessore Castelli: "Interventi di particolare criticità e urgenza che dovranno essere realizzati nel centro storico del borgo"

La ‘nuova’ Pescara del Tronto, ad Arquata, sarà caratterizzata soprattutto da uno spazio. Si tratta del ‘Giardino della memoria’, che verrà realizzato alle porte del paese per omaggiare tutti coloro che hanno perso la vita per colpa di quel maledetto terremoto che, il 24 agosto del 2016, sconvolse la vita di tutti. Non è ancora chiaro come il giardino verrà allestito, ma ciò che è certo è che ci sarà un monumento con i nomi di tutte le 51 vittime arquatane. Grande attenzione, nella ricostruzione del territorio di Arquata, verrà ovviamente prestata anche ai monumenti e ai luoghi caratteristici del paese. Lo scorso luglio, infatti, la Regione Marche, grazie all’impegno dell’assessore al sisma ed ex sindaco ascolano Guido Castelli, approvò l’ordinanza speciale, costituita da 17 articoli, che prevede un finanziamento di 46 milioni di euro destinato proprio alle opere pubbliche. "Questa ordinanza – spiegò lo stesso Castelli – rappresenta la prima di una serie di provvedimenti e contiene un insieme di interventi di particolare criticità e urgenza che dovranno essere realizzati nel centro storico del borgo".

Le opere finanziate vanno dal ripristino della viabilità principale e secondaria (9,6 milioni di euro) alla ricostruzione della rocca medievale (4 milioni), dalla chiesa di San Salvatore (1,4 milioni) alla realizzazione del palazzetto comunale dello sport (3 milioni), fino ai terrazzamenti dello stesso centro storico (13,2 milioni), i sottoservizi (5,4 milioni) e la ricostruzione del municipio (3 milioni). Questi interventi, oltre ad essere finanziati con un notevole impegno di spesa, tendono a ridare ad Arquata opere pubbliche e simboli dall’alto valore sociale e culturale, fattori indispensabili per ricreare nel borgo quella vivibilità necessaria per la sua rinascita. Vivibilità e quotidianità che erano state drammaticamente strappate via alla popolazione dal terremoto.

Nell’ordinanza, inoltre, venne affidato all’ufficio speciale per la ricostruzione il ruolo di soggetto attuatore per la maggior parte degli interventi. Arquata, presto, potrà riabbracciare anche le opere d’arte che erano conservate nelle chiese del territorio e che, all’indomani del sisma, vennero trasferite altrove. A cominciare dalla copia conforme all’originale della Sacra Sindone, che dalla chiesa di San Francesco, a Borgo, venne trasferita nel duomo di Ascoli, dove è ancora conservata e dove viene ammirata, quotidianamente, da tanti visitatori. "L’attesa sta terminando – conferma il sindaco Michele Franchi –. Nel giro di qualche anno torneremo finalmente a rivedere la luce. E credo che, dopo tanta sofferenza, noi arquatani ce lo meritiamo". Matteo Porfiri