Green pass falsi, il caso di Ascoli. C’è chi continua a lavorare

Nella lista del dottor Rossi gestori di bar, pasticcerie, ristoranti e pizzerie, commercianti e artigiani. In città anche le telecamere di Rete4 (nella foto: il procuratore Umberto Monti)

Ascoli, 16 gennaio 2022 - "Ma se è vero che fra quelli che si sono fatti fare il green pass senza vaccinarsi ci sono gestori di bar, pasticcerie, ristoranti e pizzerie, commercianti e artigiani, qualcuno sta controllando che non siano dietro i banconi a fare caffè o servono pietanze ai tavoli senza nemmeno il tampone?".

Era incentrata su questo tema la conversazione, anche piuttosto animata, nella quale ieri in centro città erano impegnate alcune persone. Il tema riguarda, chiaramente, l’indagine del procuratore Monti sui Green pass che il dottor Giuseppe Rossi ha fatto ottenere a 73 persone, immettendo i dati nel sistema preposto, senza però realmente vaccinarli, anzi buttando i preziosi vaccini nei cassonetti; in cambio, per sua ammissione, avrebbe ricevuto 100 euro per ogni green pass.

Il procuratore Umberto Monti (La Bolognese)
Il procuratore Umberto Monti (La Bolognese)

Lo scorso fine settimana un noto ristoratore ascolano è stato sorpreso dai carabinieri all’interno del suo ristorante in barba al fatto che fosse indagato per il green pass ottenuto illecitamente.

E’ stato sanzionato per questo dai militari dell’Arma, ma anche perché nel suo locale sono stati trovati 75 chili di alimentari non tracciati. "Il fatto è che procediamo secondo la coscienza di ognuno, non ci sono regole chiare" commenta un ristoratore ascolano, non coinvolto nell’operazione ’Green pack’ dei carabinieri. "Col nuovo decreto l’obbligo di super green pass riguarderà gli over 50 anni; fin qui siamo andati avanti a tamponi, ma la situazione è ingarbugliata".

Intanto del caso dei Green pass falsi scoperto ad Ascoli si è occupata la trasmissione di Retequattro ’Dritto e rovescio’ che nei giorni scorsi ha inviato in città una troupe che ha suonato a casa del dottor Rossi, senza ottenere risposta, e ha ricevuto un cortese diniego a fare dichiarazioni da parte di Maurizio Strappelli, ritenuto l’intermediario fra il dottore (detto ’il cuoco’) e i pazienti.

Ha risposto a qualche domanda una barista ascolana, anche se la sensazione è che non sapesse di essere registrata. Poche le parole pronunciate dalla donna all’interlocutore. "Ci sono anch’io nel bel mezzo. E’ da provare che le dosi non sono state inoculate. Vediamo se possono dimostrare qualcosa o meno. Io – ha detto - non posso dire se l’ho fatto il vaccino: cioè, non è che lo posso dire. Non ve lo posso dire se l’ho fatto o meno. Potrei pure averlo fatto".

La settimana entrante il dottor Rossi conoscerà la decisione del tribunale della Libertà in merito alla richiesta di scarcerazione presentata venerdì dai suoi legali. Non ha invece fatto alcuna richiesta Strappelli che si trova ai domiciliari.