I fantastici quattro

Tra gli 11 e 12 anni conducono una trasmissione in radio

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Noi adulti parliamo spesso dei ragazzi, li guardiamo e li analizziamo con il distacco degli esperti da laboratorio. Ma, in pratica, li abbiamo mai valorizzati, fatti parlare, sentiti e visti in azione? Conosciuti per quel che sono, sentono e sperano? Sabato l’altro m’è capitata una cosa piccola piccola, ma forse anche grande grande. Passavo a piedi lungo la ’strada nuova’ di Fermo e come sempre ho dato una sbirciatina a Stazione 41. La radio web nata tre anni fa occupa, a piano terra, lo spazio di un vecchio negozio in una non certo bella costruzione realizzata in grigio cemento armato. Però l’interno di Stazione 41 è tutt’altro. I colori sono caldi, l’arredo accattivante. La grande vetrata consente di scorgere conduttore ai piatti e ospiti ai microfoni. Sbircio, come scrivevo. Mi rallegro che le radio abbiano ripreso vita. E continuo la mia passeggiata. Pochi metri oltre l’hotel Astoria arriva il messaggio di mia nipote. Mi ha visto passare e vuole salutarmi. Le rispondo grazie, e chiedo dove sia? Risposta: "A Stazione 41". Ma come? Giro i tacchi e torno indietro. Suono il campanello. Mi fanno entrare. E trovo quattro ragazzini e un adulto. L’adulto è alla regia, i minorenni ai microfoni, accomodati su sgabelli alti, cuffie professionali agli orecchi. C’è mia nipote Giulia (12 anni), e poi Beatrice (stessa età), Stella (11) e Alessandro (12). Sono amici. Tre si conoscono dalle elementari, una l’hanno incontrata ad una festa di compleanno. Che fanno lì? Parlano di sé, di quel che sono, desiderano e vorrebbero ottenere. E conducono una trasmissione che va in onda la domenica dalle 16 alle 17. Titolo: ’I Fantastici Quattro’. Curioso, approfondisco. Sono già tre sabati che registrano le altrettante puntate. Nella prima hanno messo a tema la quarantena e l’estate (come hanno vissuto il confinamento e come il periodo di libertà, i sentimenti del distacco dalla scuola, la mancanza degli amici vicini); hanno dedicato la seconda invece ai rapper. E qui si fa difficile per me anche a scrivere i nomi. Lo faccio sotto dettatura: Shade, Junior Cally, Travis Scott, Junior Cally. Nella terza puntata, quella dove piombo, dibattono dei dj come Alan Walker, Avicii, Gabry Ponte e Marshmello. Non credo che ancora abbiano incrociato gli altri delle discoteche. Ancora quasi bambini, affrontano l’impegno con grande serietà. Deciso il tema settimanale – Alessandro è il proponente, sarà per la mamma collega giornalista...– lo studiano, lo approfondiscono, si documentano e vanno in Stazione molto preparati. Quasi quasi potrebbero fare a meno del regista. Che invece c’è e fa bene a starci perché crea quel ponte tra le generazioni che va ricostruito. Dopo qualche imbarazzo iniziale, ai microfoni sono veramente speciali. Qualità maggiore è la spontaneità, ancora privi, come sono, di inutili e fuorvianti sovrastrutture. E il pubblico degli ascoltatori? Ma certo: mamma papà fratelli zii e nonni, e poi i compagni di scuola e di sport, e – perché no! - anche qualche professore. Perché se sono lì un poco lo debbono anche al loro insegnamento. E la notizia piccola piccola o forse grande grande è che Stazione 41 li ha presi sul serio. E I Fantastici 4 ci stanno. Eccome se ci stanno.

Adolfo Leoni