"I nostri corsi in continua crescita" Il Piceno ora punta sull’Università

Il rettore della Politecnica, Gian Luca Gregori: "Tra Ascoli e San Benedetto abbiamo oltre mille studenti. Le politiche conservative servono a poco, c’è bisogno di una strategia di attrattività"

Migration

Una delle poche possibilità di combattere spopolamento e disoccupazione si chiama università. A fronte di una crisi demografica e occupazionale sempre più penalizzante per le realtà locali, gli atenei rappresentano occasioni non indifferenti sia in termini culturali, sia dal punto di vista economico e sociale. I corsi attivati ad Ascoli e San Benedetto, con interessanti novità soprattutto negli ultimi anni, in questo senso fanno ben sperare.

Ne abbiamo parlato con il rettore dell’università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, che ha confermato l’interessamento sempre più consistente dell’ateneo dorico per la realtà picena. "A San Benedetto abbiamo 680 iscritti nei due corsi di laurea in Economia Aziendale (Triennale) e Management dei sistemi socio sanitari (Magistrale), mentre ad Ascoli siamo presenti con un corso di laurea in Infermieristica, uno in Fisioterapia, e proprio quest’anno è partito il corso in Sistemi agricoli innovativi, della Facoltà di Agraria, sul quale abbiamo investito particolarmente e che confidiamo possa crescere negli anni. Tra Ascoli e San Benedetto abbiamo oltre mille studenti – continua Gregori –, non è cosa da poco".

Parliamo di discipline che hanno un tasso di occupazione tra i più elevati, ma altri progetti sono in cantiere nell’ambito del Terzo settore, del recupero di materie plastiche oppure per quanto concerne i materiali compositi, e a breve sono in arrivo interessanti novità.

"Negli ultimi anni c’è stata un’attenzione crescente della Politecnica verso il Piceno – conferma Gregori –. E’ un’opportunità che i territori devono cogliere, perché l’università, di fronte alle tante difficoltà che soffrono le realtà più piccole, rappresenta una delle poche chances per invertire la rotta: le politiche conservative servono a poco, c’è bisogno di una strategia di attrattività. Coloro che studiano nel Piceno sono ragazzi venuti da fuori o che quantomeno non sono andati via: questo rende evidente i benefici che può portare un’università. Sono felice che i sindaci di Ascoli e San Benedetto lo abbiano capito e con loro abbiamo diversi progetti in corso".

La speranza è quella di accrescere ulteriormente l’offerta formativa e realizzare un più ampio sistema universitario locale, anche in considerazione del fatto che ci sono altri atenei già presenti nel Piceno, su tutti l’università di Camerino che con il corso in Architettura di Ascoli è da sempre ai vertici tra le facoltà italiane.

Domenico Cantalamessa