Divo Coccia morto nell'incidente a Monsampolo. L'arrestato: "Effetto terribile dell’alcol"

Ciclista investito e ucciso, il 27enne albanese arrestato: "Se potessi vorrei tornare indietro e morire io al posto di questo signore"

Polizia e 118 sul posto, i sanitari hanno cercato in tutti i modi di salvare il ciclista

Polizia e 118 sul posto, i sanitari hanno cercato in tutti i modi di salvare il ciclista

Ascoli, 26 maggio 2020 - "Se potessi vorrei tornare indietro e morire io al posto di questo signore". Chiuso nell’abitazione dove vive con la famiglia a Centobuchi, non si dà pace il 27enne che sabato sera a Monsampolo ha causato l’incidente stradale nel quale è morto Divo Coccia, travolto da un’auto mentre andava in bicicletta. Alla guida c’era un ragazzo di origine albanese il cui tasso acolico nel sangue al momento dell’esame (alcune ore dopo il fatto) era di 1,49 grammi/litro, ben al di sopra del limite di legge che è di 0,5 g/l. Un’aggravante pesante che si aggiunge all’accusa principale di omicidio stradale e al mancato soccorso alla persona investita, rimasta a terra esanime. Per altro non sarebbe la prima volta che il ragazzo viene fermato e trovato con un tasso alcolemico più alto del consentito. Il quadro giudiziario contro l’albanese alla guida della Dacia Sandero rosso bordeaux individuata dalla Polizia Stradale è particolarmente grave e per questo è stato posto agli arresti domiciliari dal sostituto procuratore Quaranta, titolare dell’inchiesta. Vi resterà almeno fino all’udienza di convalida dell’arresto, non ancora fissata. L’alvol la chiave di quanto accaduto. Al suo legale, avvocato Edoardo Guidi, il giovane ha detto che non si è reso conto di quanto è successo, annebbiato dall’alcol che ha bevuto durante un pranzo al quale sabato ha partecipato; un conviviale di una decina di persone, frequentatori di una palestra, organizzato per festeggiare la fine della quarantena. «E’ evidente che aveva bevuto. Ma più che la quantità di alcolici assunti, il problema è stato probabilmente che non beveva da tanto tempo e l’alcol purtroppo anche per questo ha avuto su di lui un effetto terribile, tanto che mi ha riferito di non essersi reso conto che aveva investito lo sventurato ciclista. E non se ne è reso conto nemmeno l’amico che era con lui in auto e che dormiva nel sedile posteriore" spiega l’avvocato Guidi. "Il ragazzo ci tiene a spiegare che solo perché inconsapevole di aver investito una persona si è allontanato: non è fuggito deliberatamente senza prestare soccorso, questo è bene si sappia". Il 27enne vive con la famiglia, ha una fidanzata e lavora in una ditta per la quale ieri mattina avrebbe dovuto recarsi a Fiumicino. "Ora che è tornato in sé si sta rendendo conto di quanto è successo, della gravità, delle conseguenze. E’ demolito interiormente avendo realizzato di aver ucciso, senza volerlo, una persona: sa che dovrà assumersi le sue responsabilità e lo farà". Ieri è stato convalidato il sequestro dell’auto investitrice. Nel pomeriggio la salma di Coccia è stata sottoposta a ricognizione cadaverica per accertare le cause esatte del decesso. "Chiederemo al più presto un incontro in Procura per chiarire la posizione del mio assistito" conclude Guidi.