Jova e ambiente Che brutto spettacolo

Migration

di Emanuela

Astolfi

Un’invasione pacifica e colorata. Perché la musica, alla fine, resta la musica. È divertimento, spensieratezza, che già da soli sarebbero tanto. Ma al Jova beach la musica ha anche il sapore della polemica. Sull’ambiente, non servirebbe neppure precisarlo.

Tutto questo è stato per due sere il ’Jova beach party’ a Lido di Fermo. Un evento che ha richiamato più di trentamila persone, dalle Marche e non solo. Innegabile il ritorno in termini di immagine e di promozione per la nostra provincia.

Ma torniamo alle polemiche. A mettere a tacere le critiche degli ambientalisti che vanno avanti ormai da settimane e, in sintesi, sono legate ai presunti danni arrecati alla spiaggia in cui nidifica il fratino, è stato lo stesso artista, Jovanotti. O forse con le sue parole le ha alimentate ancora di più. Poi ci è finito in mezzo anche il controllo dell’Inail di Ascoli sui lavoratori in nero, addetti al facchinaggio, che sono stati sorpresi dentro al mega ’cantiere’ che orepara la festa.

Lui, Lorenzo Cherubini, con un video sui social, un mezzo diretto che più diretto non si può, respinge al mittente ogni accusa. Anzi. Alza il tiro e parla di ’econazisti’ etichettando così i contestatori. E giù altre polemiche. Il Jova beach a Lido ha prodotto anche questo. Un clima rovente attorno all’evento dell’estate fermana che già di rovente ha proprio tanto. La spaccatura ha scomodato anche la politica visto che sul tema sono prontamente intervenuti l’onorevole leghista Mauro Lucentini e il consigliere comunale Renzo Interlenghi. E pensare che chi ha criticato non ce l’ha con l’evento o con il Jova di turno. Il punto, in questo caso, è il Comune che lo ha autorizzato proprio lì a Casabianca ritenendo adatto quel posto. Poi c’è la musica che resta musica. Uno spettacolo unico. Che le polemiche cariche di veleni hanno in parte offuscato. Sicuramente non è stato lo spettacolo più bello dopo il Big Bang che si poteva regalare.