La rabbia della sorella di Antonio: "Ingiustizia nei nostri confronti"

Il duro sfogo: "Condannato all’ergastolo, come fa ad andare negli uffici?"

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Dopo la visita di Spagnulo in Comune esplode la rabbia dei parenti di Antonio Cianfrone. "L’arrivo di Spagnulo nel Comune di Spinetoli – dichiara Francesca Cianfrone, sorella di Antonio –, nonostante sia in carcere, suona come un’ingiustizia nei confronti di chi ha perso padre, marito e fratello. Mi dovete spiegare tutti come questo è uscito da un ergastolo per andare in Comune. Rispondetemi perché io sono allibita. Mio fratello è morto ammazzato, innocente. Sovrastato da calunnie. Questa persona è stata condannata dalla Corte di Assise di Macerata all’ergastolo, per omicidio, tra l’altro aveva anche precedenti penali. Un reato gravissimo, tra l’altro contro un uomo di Stato, un carabiniere, che idea si deve fare la gente della giustizia?". La rabbia è tanta ed è incontenibile. E’ un fiume in piena la Cianfrone che non lesina stoccate. "Questa è una giustizia ingiusta. Ci dobbiamo preoccupare dell’aspetto economico di questo uomo, che in primo grado è stato condannato per omicidio? Dei figli del carabiniere ucciso, della sua famiglia, chi si preoccupa? Antonio era stato allontanato dall’Arma dopo un suo coinvolgimento in un’inchiesta per concussione, ma le indagini del suo omicidio hanno dimostrato che non aveva nessun coinvolgimento, era una persona pulita e la legge, seppure lenta, avrebbe fatto chiarezza e sarebbe stato rintegrato al lavoro come il suo collega, ma i danni subiti? Le umiliazioni, non paghi di tutto questo dobbiamo sopportare anche questa ennesima beffa. Antonio era un uomo distrutto, senza aver colpa. Aspetto gli atti e poi li appenderò anche nel cimitero dove è sepolto, perché tutti sappiano che mio fratello era pulito, era una brava persona. Antonio è morto e visto quanto sta accadendo non riposa. Mi chiedo era necessario, fondamentale che Spagnulo tornasse nel comune di Spinetoli? Se c’erano vertenze lavorative poteva discuterle nelle apposite aule del carcere, oppure ricorrere al giudice del lavoro, sicuramente non era necessario la presenza in Comune. Qual è l’urgenza di lasciare che questa persona torni a Spinetoli, comune dove si è consumato il reato, spiegatemi come devo interpretarlo? Chiaritelo anche ai cittadini, soprattutto a chi deve ancora testimoniare?". Il dolore è forte e c’è spazio solo per la rabbia. "Rivendica il suo lavoro, quanta gente onesta non ha lavoro in questo paese? Ma quella di Spagnulo è una priorità inderogabile. Tutto questo è inaccettabile. Si parla e si agisce come se non fosse successo niente, invece c’è una vittima, che si chiama Antonio Cianfrone, che è stato: padre, marito, fratello, figlio e carabiniere. Non dimenticatelo".

Maria Grazia Lappa