Ladruncoli nella sede dei Radioamatori

L’associazione ha denunciato. non solo il furto ma anche. la grave situazione di degrado. in cui versa l’area del Ponterotto

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Si è passati dai vademecum da distribuire ai cittadini su come prevenire i furti, che in passato venivano denunciati con una certa frequenza, anche attraverso la stampa per tenere desta la popolazione, al silenzio più assoluto delle forze dell’ordine, ma i ladri ci sono e continuano a rubare ovunque. Nei giorni scorsi si sono introdotti nella sede dell’Associazione Radioamatori Italiani (Ari) di San Benedetto, che si trova nell’ex scuola elementare "Borgo Trevisani" in zona Poterotto.

I delinquenti hanno forzato la porta della Ludoteca e da lì hanno scardinato la porta della sala radio dell’Ari. Al momento il presidente dell’Associazione, Antonio Paoletti, non ha ancora completato la lista di eventuali ammanchi, ma di sicuro ha sporto denuncia e segnalato al comune di San Benedetto lo stato di degrado in cui versa la zona, divenuta il bivacco di alcuni senza tetto che fanno riferimento, per il pasto, alla vicinissima sede della Caritas.

"Qui attorno girano troppo persone che lasciano bottiglie, capi d’abbigliamento, coperte, scarpe, mascherine che di volta in volta dobbiamo raccogliere e portare via – afferma Paoletti – Dopo il nostro esposto, per qualche giorno il bivacco è sparito, ma ora siamo punto a capo". Nell’edificio ci sono diverse associazioni, unitamente all’Ari e alla Ludoteca, c’è anche la sede dell’Avis e del comitato di quartiere "Ponterotto".

Nei giorni scorsi anche un residente si era rivolto al nostro giornale per denunciare lo stato di degrado e lanciare un appello, pubblico, poiché quello privato non aveva avuto seguito, affinché la Caritas faccia opera di sensibilizzazione verso i propri utenti, affinché non creino problemi ai residenti. Non si tratta della prima lamentela e probabilmente non sarà l’ultima. Non si tratta solo dello sporco o dei vestiti abbandonati che ogni tanto gli abitanti della zona vanno a portare via, ma è anche una questione di decoro, di igiene e sopratutto di sicurezza del quartiere.

Marcello Iezzi