Maturità col trucco, tutti assolti

In 14 erano finiti a processo per il caso esami alla Scuola Domani di San Benedetto e in due istituti di Fermo

Maturità col trucco, tutti assolti

Maturità col trucco, tutti assolti

Ascoli, 26 aprile 2024 – Erano accusati di aver ideato un quizzone con il trucco per superare agevolmente l’esame di maturità scientifica. Per questo motivo 14 persone erano finite davanti al Collegio penale del Tribunale di Ascoli in relazione all’indagine sugli esami di maturità svoltisi in tre istituti paritari privati ’Scuola Domani’ di San Benedetto e altre due scuole di Fermo, tutti appartenenti alla stessa proprietà.

Si tratta del preside delle scuole, due amministratori, sei professori e cinque studenti. Tutti sono accusati, sulla base di una legge del 1925, di aver ’barato’ per superare o far superare gli esami. Le accuse più gravi, però, sono a carico dei due amministratori e del preside: abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e istigazione alla corruzione. Al termine del processo i giudici hanno decretato il non luogo a procedere per avvenuta prescrizione per 13 degli imputati, difesi dagli avvocati Danilo Mascitti, Francesco Voltattorni, Alessandro Angelozzi ed Esildo Candria. Assolto invece per insufficienza di prove il preside. I difensori avevano chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. In precedenza invece la Procura della Repubblica di Fermo aveva archiviato il filone fermano delle indagini.

L’inchiesta era partita nel luglio del 2016 a seguito di un’ispezione ministeriale che aveva scoperto come l’esame di Stato sarebbe stato superato da alcuni studenti per mezzo di un codice prestabilito. La segnalazione era arrivata sul tavolo del procuratore della Repubblica di Fermo, che aveva delegato le indagini alla polizia. Oltre alle verifiche documentali e gli interrogatori alle persone coinvolte, c’erano stati fiumi di intercettazioni telefoniche che avevano incastrato i 14 imputati. Ecco come secondo l’accusa avrebbe funzionato il trucco della terza prova, che, a differenza delle prime due, viene per legge elaborata autonomamente dalla commissione d’esame e può essere sia a risposta aperta, cioè da compilare a cura dello studente, o multipla e già compilata. Nel caso specifico il quizzone era stato formulato a risposta multipla con un codice che avrebbe permesso agli studenti di individuare la giusta soluzione. Tanto per semplificare: se la risposta esatta era per esempio la seconda, la domanda iniziava con una parola composta da due lettere (un, il, la); se invece era la quarta, la prima parola della domanda che lo studente leggeva era formulata da una parola composta da quattro lettere (ad esempio ’come’) e così via. Sarebbe filato tutto liscio se non fosse stato che dal ministero avessero notato il boom di iscrizioni nei due istituti, soprattutto di persone provenienti da fuori regione.

Fabio Castori