Morganti: "I miei ritratti per i capisestiere"

Il console della Piazzarola e la sua passione per la pittura hanno creato una serie di acquerelli: "Ho cercato di ritrarre le emozioni"

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E’ stato coreografo della Quintana per tanti anni. Poi è diventato console della Piazzarola. Ma, da qualche tempo, si è riscoperto anche pittore. Rispolverando, così, quella passione che aveva sempre avuto e che, da un po’, aveva messo da parte. Il professore Gigi Morganti ha realizzato quest’anno sei acquerelli, raffigurando gli altrettanti capisestiere della Quintana: compreso Matteo Silvestri, sebbene a giugno il comitato di Porta Tufilla sia stato commissariato. Morganti, come è nata questa straordinaria idea?

"Lo scorso anno decisi di rappresentare il console Francesco Mazzocchi, di Porta Tufilla. Fu un’iniziativa che presi in amicizia. Da lì, a quel punto, decisi di raffigurare tutti e sei i consoli. Questa volta, invece, ho voluto dedicarmi ai capisestiere. Chissà, magari un giorno riuscirò anche ad allestire una mostra con tutti gli acquerelli realizzati. E’ un sogno che ho nel cassetto e chissà che prima o poi….".

Come ha riscoperto la pittura?

"E’ un amore che c’è sempre stato e che sono stato costretto a mettere da parte quando cominciai ad insegnare nelle scuole. Durante il lockdown del marzo 2020, poi, ero a casa e mi tornò in mente il fatto che avevo riposto gli acquerelli da qualche parte. Li ripresi in mano e ricominciai a dipingere. Ho ritratto tanti amici, i loro volti e le emozioni che riuscivano a trasmettere. Fra l’altro, la tecnica dell’acquerello è molto complessa, ci vuole una mano particolare. E devo ammettere che, a 76 anni, me la cavo ancora benino".

Qual è stato, tra i capisestiere, il più difficile da rappresentare?

"Un aneddoto riguarda Marco Regnicoli, di Porta Maggiore. Ritraendolo, infatti, non è stato semplice adattare il suo cappello, che è molto grande e particolare. Era difficile farlo calzare al meglio, per intenderci. Mariangela Gasparrini di Sant’Emidio, invece, ha gradito moltissimo e la sua gioia, per me, è stato un bel riconoscimento".

I suoi prossimi soggetti?

"Ho intenzione di raffigurare il magnifico messere Marco Fioravanti, ma è un personaggio difficile da rappresentare. Ogni tanto guardo qualche foto e cerco di trarre ispirazione. Poi vorrei anche ritrarre qualche noto giornalista ascolano".

Un ultimo pensiero sulla Piazzarola: quest’anno avete vissuto due giostre complicate. Come se lo spiega?

"Siamo stati sfortunati ed è andato tutto storto. Ma sono felice che sia stato confermato il cavaliere Nicholas Lionetti. Siamo tutti molto legati a lui merita la nostra fiducia".

Matteo Porfiri