
Niente bidello, in Giappone studenti inservienti. E in Danimarca si parla in classe dei propri problemi
Interesse per l’altro, gioco di squadra, rispetto per gli ambienti pubblici, ma come trasmettere tutto ciò ai piccoli? L’empatia di cui sentiamo tanto parlare a scuola è ben diversa da quella che ci aspettiamo venga insegnata nelle altre parti del mondo. In Giappone la comunità educante trasmette agli studenti l’importanza di rispettare i sentimenti e le prospettive degli altri. In alcuni istituti scolastici organizzano attività come il "taiken-shu" (esperienza come insegnante), ciò permette di sviluppare nei discenti un senso di comprensione degli altri. La figura del bidello non c’è: fin dalla prima elementare, gli alunni svolgono mansioni da inservienti: si occupano della pulizia delle aule, e servono alla mensa. Il gruppo extra-scolastico dell’igiene e pulizia ispeziona la scuola per individuare i punti critici. Questo crea un senso di responsabilità e di unione che li porta ad avere cura dell’ambiente scolastico, nel quale passano gran parte della giornata, insieme ai loro compagni. Nelle scuole danesi un’ora alla settimana è dedicata alla "Klassens tid" una lezione di empatia per studenti dai 6 ai 16 anni, ed è parte fondamentale del curriculum danese. Durante questa attività parlano dei loro problemi, legati alla scuola o meno, e tutta la classe cerca di trovare una soluzione.