"Noi, fermi sulla banchina: danni a tutto l’indotto"

Dura protesta dei pescherecci, in diversi porti italiani, tra i quali anche quello di San Benedetto. Gli Armatori: "Così non andiamo avanti"

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"È un momento critico per la pesca e penso che la politica dovrebbe iniziare a farsi qualche domanda vedendo i pescherecci fermi in tutti i porti della Penisola – afferma Francesco Caldorani, coordinatore nazionale degli Armatori italiani –. Il settore della pesca è letteralmente massacrato, ogni normativa nuova che arriva è una spesa aggiuntiva a carico della ditta e adesso è arrivata la bordata del caro gasolio che rappresenta il 60% della spesa dell’attività, che rende impossibile riprendere il mare. Nel 2008 il petrolio era arrivato a un prezzo massimo di 154 dollari al barile e oggi, che è arrivato al prezzo di 118 euro al barile il prezzo sta quasi al doppio di quindici anni fa? La pesca non ha accise sul petrolio, allora ci stiamo domandando: o ci stanno levando questa priorità, oppure c’è qualcosa che non quadra".

Caldorani, lo sciopero indetto dalla categoria crea pesanti ripercussioni su tutti i mercati. È questo disagio che volete rappresentare?

"Stando tutte le barche ferme sui mercati non si troverà più pesce fresco dei nostri mari. Si potrà avere solo prodotto ittico importato dall’estero".

Quali sono le strategie che vi accingete a portare avanti nei prossimi giorni di fermo?

"Faremo una grande manifestazione a Roma e oggi tutti gli armatori consegneranno i documenti dei propri natanti alle capitanerie di porto italiane, ma non licenzieremo i marittimi imbarcati".

Siete pronti a mettere in atto una forte protesta, anche ad oltranza, per cercare di vedere ammortizzato il prezzo del carburante?

"Sicuramente. Così non riusciamo più ad andare avanti. Dovete pensare che ogni ha 4 o 5 persone di equipaggio che devono provvedere al sostentamento delle proprie famiglie. Ma non è tutto, poiché il settore della pesca ha alle spalle un indotto consistente, basti pensare al trasporto del pesce sui mercati, ai grossisti, ai venditori al dettaglio, fino ad arrivare ai ristoratori e ai clienti. Se si ferma la catena al primo punto, si blocca tutto".

Giunti a questo punto cosa sarebbe la soluzione migliore per sperare di andare avanti?

"Noi auspichiamo che il Sottosegretario alle Politiche della Pesca decida di mettersi a tavolino con noi per risolvere insieme il problema. Solo dopo andremo a riprendere i ruolini degli equipaggi nelle capitanerie di porto".

Marcello Iezzi