REDAZIONE ASCOLI

Nuova legge e proteste. Stop al fermo caccia e corsi per imparare a sparare ai cinghiali

Dl Bruzzone, Coldiretti preoccupata per le risorse "che vanno sempre garantite". Via alle lezioni per uccidere gli animali .

Nuova legge e proteste. Stop al fermo caccia e corsi per imparare a sparare ai cinghiali

Esplode la polemica, in Italia e nel Piceno, sul tema caccia per via della proposta di legge Bruzzone tornata alla riscossa. È entrato in vigore ieri, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il nuovo dl agricoltura, un insieme di disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale. Così, l’onorevole Bruzzone prende la palla al balzo e dichiara che "al suo interno ci saranno le modifiche alla legge 157 del 1992".

Le modifiche, proposte già nel 2022, consistono in una serie di cambiamenti per l’attività di caccia. Tra le cose, la possibilità di cacciare senza più giorni di ‘silenzio venatorio’, quindi ampliare a tutta la settimana l’attività senza le due giornate di stop del martedì e del venerdì. Ma non solo, si amplia anche la zona di controllo che, con le modifiche del decreto, ingloba anche le zone vietate alla caccia, le aree protette e quelle urbane. Inoltre fine del limite massimo di tre uscite settimanali e dell’obbligo di optare per una sola forma di caccia. Gli animi si stanno già scaldando, tra i pro e i contrari, e Coldiretti Marche annuncia fin da subito una mobilitazione se non saranno accolte le richieste degli agricoltori. IN pratica, per motivi diversi, sono infuriati sia gli agricoltori che gli ambientalisti.

Nel primo caso, si parla di risarcimenti dei danni arrecati alle colture, per cui, secondo gli agricoltori, non deve esserci un limite: "La certezza del risarcimento del danno deve essere sempre garantita" fanno sapere da Coldiretti Marche visto che "i cinghiali sono responsabili del 75 per cento dei danni in agricoltura e, l’Osservatorio Asaps dice anche di 11 incidenti stradali con feriti gravi nella nostra regione. Siamo molto preoccupati – continuano – perché nonostante le rassicurazioni stiamo assistendo a interventi che, nella migliore delle ipotesi, sono troppo timidi rispetto a un’emergenza che mette a repentaglio l’economia dei territori e la sicurezza dei cittadini".

E nel frattempo parte a Valmir di Petritoli (Fm) il corso per l’autotutela del fondo agricolo rivolto agli agricoltori, muniti di porto d’armi, che potranno così difendersi dalle incursioni dei cinghiali che devastano campi e distruggono raccolti. Ad annunciarlo è la Coldiretti Ascoli Fermo che commenta: "Finalmente si aggiorna la legge 157 del 1992 sulla caccia, introducendo l’articolo 19ter con cui autorizza le regioni a redigere ed attuare un ‘piano straordinario’ per la gestione e il contenimento della fauna selvatica. È urgente però che la Regione Marche colga questa opportunità – intervengono Stefano Mazzoni e Francesco Goffredo, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – con la quale sarà possibile intervenire in modo straordinario nel contenimento dei cinghiali tutto l’anno, con abbattimenti selettivi e gabbie di cattura, senza alcun impedimento da parte di Ispra, ovunque anche in aree urbane, periurbane, nei parchi e nelle aree protette, persino in collaborazione con gli agricoltori titolari di porto d’armi".

Se ambientalisti e faunisti criticano il decreto, Coldiretti commenta: "Il Governo finalmente ne ha preso coscienza con il nuovo dl agricoltura con cui ha schierato un contingente di 177 soldati consentendo l’utilizzo di tutte le dotazioni di armamento di cui sono forniti". Peccato che finora i cosidetti selezionatori non hanno minimamente intaccato la presenza dei cinghiali che anzi si sono moltiplicati. Forse bisognerebbe pensare a un modo diverso di regolare l’ennesimo problema dall’uomo.

Ottavia Firmani