Oggi la manifestazione: "Sciopero, si sale a 8 ore per le vittime di Suviana. Basta morti sul lavoro"

Cgil e Uil si mobilitano per la sicurezza, ma anche contro il precariato. La protesta in piazza Arringo contro infortuni e disuguaglianze.

Oggi la manifestazione: "Sciopero, si sale a 8 ore per le vittime di Suviana. Basta morti sul lavoro"

Oggi la manifestazione: "Sciopero, si sale a 8 ore per le vittime di Suviana. Basta morti sul lavoro"

I drammatici fatti di Suviana, oltre al territorio emiliano hanno scioccato l’intero paese. Da qui anche le sezioni locali di Cgil e Uil hanno deciso di estendere lo sciopero generale odierno a 8 ore, anziché 4 come inizialmente stabilito, per denunciare la terribile strage alla centrale di Bargi e tutte le altri inspiegabili morti che continuano a susseguirsi anche nelle Marche e nel territorio piceno. Il motto e le finalità delle manifestazione messe in campo sia ad Ascoli (piazza Arringo) che in tutto il paese resta sempre lo stesso: "Adesso basta!". Quello degli incidenti mortali continua a restare un preoccupante fenomeno che, come sottolineato dai segretari delle sezioni ascolane Barbara Nicolai (Cgil) e Floriano Canali (Uil), non tende affatto ad attenuarsi. I numeri infatti restano pressoché simile rispetto a quelli dello scorso anno. A livello regionale da oltre 2 anni la Uil ha lanciato la campagna ‘zero morti sul lavoro’. Nel 2023 nelle Marche si sono verificati quasi 17mila infortuni, quasi 2 ogni ora, e 2.261 sono stati quelli riguardanti la provincia di Ascoli e denunciati all’Inail. Un andamento da sovvertire quanto prima.

E Cgil e Uil oggi tornano in piazza: "Abbiamo deciso di affrontare tutta una serie di tematiche che ruotano attorno a salute e sicurezza – commentano Barbara Nicolai della Cgil e Floriano Canali della Uil -. Le morti sul lavoro non sono affatto diminuite e nel 2023 sono stati 2.261 gli infortuni denunciati. Arrivati a questo punto avevamo una necessità impellente di mettere in campo delle iniziative che rientrano all’interno di un percorso ben più ampio che vogliamo portare avanti con una serie di rivendicazioni che riguardano proprio le questioni del Piceno. Il lavoro deve essere riportato ad essere uno strumento in grado di permettere alle persone e alle famiglie di vivere in maniera dignitosa. La salute e la sicurezza devono diventare un vincolo anche per le imprese, magari finendo per rivestire fattori determinanti nell’assegnazione dei fondi pubblici. Chiediamo un rafforzamento della vigilanza da parte di Ast e ispettorato del lavoro mediante un incremento delle assunzioni". Lo sviluppo di questa tesi poggia sulla richiesta di cancellazione delle leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato. Così come uno degli snodi cruciali è il superamento del subappalto a cascata nonché il ripristino della parità di trattamento economico-normativo per i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati. Altro tema delicato quello di un’adeguata formazione e il diritto alla formazione continua. Proprio di recente si è parlato di una patente a punti, da introdurre nelle aziende di tutti i settori, avente lo specifica funzione di bloccare le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza. Inoltre sulle imprese incombe l’obbligo di applicare i ccnl firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative. Ma al centro delle attenzioni ci sarà anche la controversa riforma fiscale. "Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef – proseguono –, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L’evasione continua ad essere pari a 90 miliardi all’anno. La delega che il governo sa applicando invece di combattere l’evasione fiscale e contributiva introduce nuove sanatorie, condoni e concordati. Non tassa gli extraprofitti, favorisce le rendite finanziarie e immobiliari, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze. Questa impostazione va contrastata e invertita. È necessario ridurre la tassazione sul lavoro dipendente ed i pensionati, tassare le rendite e contrastare l’evasione. Promuovere così un fisco progressivo abolendo la flat tax, estendendo la base imponibile dell’Irpef a tutti i redditi. Indicizzare all’inflazione reale le detrazioni da lavoro e da pensione e detassare gli aumenti contrattuali". Infine "il rinnovo dei contratti nazionali, la centralità della salute e della persona, un’occupazione non precaria". Massimiliano Mariotti