Ospedale Mazzoni Ascoli. Si fermano i macchinari, stop alla scintigrafia

Il caso a Medicina Nucleare del Mazzoni. Problemi in un’altra struttura, Rossi: "La ditta fornitrice ci ha chiesto di bloccarli"

Cesare Milani (LaBolognese)

Cesare Milani (LaBolognese)

Ascoli, 17 ottobre 2019 - Stop alla scintigrafia, almeno per un po’, all’ospedale ‘Mazzoni’. Le due apparecchiature in dotazione all’unità operativa complessa di medicina nucleare del nosocomio ascolano attraverso le quali si sottopone il paziente a questo esame, le gamma camere, sono infatti ferme per un problema di fabbricazione che ha costretto la ditta produttrice a dare disposizioni affinché non vengano utilizzate in nessuna parte d’Italia.

Una vera e propria bega per il reparto diretto da Brunella Rossi dove, solo nel 2018, sono state eseguite quasi tremila scintigrafie (fortunatamente senza problemi) e oltre mille Pet, per un totale di più di quattromila esami diagnostici. Ma anche per gli utenti, costretti a dover raggiungere altri centri di medicina nucleare dove, con il senno del poi, non è stato commesso lo stesso errore dell’Area vasta 5 di acquistare due apparecchiature identiche scongiurando, così, il blocco totale dell’attività.  

«Purtroppo – spiega il primario della medicina nucleare dell’Area vasta 5, Brunella Rossi – abbiamo ricevuto la comunicazione da parte della ditta fornitrice delle apparecchiature di bloccarle. Da noi, essendo l’unica medicina nucleare ad avere due macchinari della stessa serie, è venuto personalmente il tecnico per metterci al corrente di cosa era accaduto».  

Sembrerebbe, infatti, che da una di queste apparecchiature (in una struttura del Centro in Italia), durante un esame, si sia staccata una delle due testate di cui si compone cadendo sopra il paziente. «Questi macchinari – continua la Rossi –, utilizzati per l’acquisizione delle immagini scintigrafiche, hanno una conformazione particolare, sono dotati di una testata fissa e di una mobile. Ed una di queste si è staccata. Ecco perché la ditta, che attualmente sta verificando come sia potuto accadere, ne ha disposto il blocco immediato. Del resto si tratta di pezzi molto pesanti che, cadendo sul paziente, o sull’operatore, possono addirittura causarne la morte. Comunque – prosegue il direttore della medicina nucleare – prima che la ditta produttrice ci comunicasse la necessità di non utilizzarle, avevamo indetto una gara per l’acquisto di due nuove gamma camere. Si è già nella fase di valutazione con la commissione tecnica e considerando i tempi che ci vorranno per il lavoro di smontaggio delle vecchie apparecchiature e per il montaggio delle nuove io credo che saranno operative non prima del 2020».  

E nel frattempo come vengono gestiti i cittadini che hanno bisogno di sottoporsi a scintigrafia? «La nostra segreteria – dice la Rossi – fa da tramite per le urgenze contattando direttamente le strutture. Altrimenti si può prendere appuntamento tramite il Cup. Le medicine nucleari non sono tante, ce ne sono una a Macerata, due ad Ancona e una a Pesaro. Siamo molto dispiaciuti per quello che è successo, non ce lo aspettavamo e questo ci ha messo in ginocchio. Guardando, però, l’altra faccia della medaglia, stiamo smaltendo la lista d’attesa per la densitometria ossea: arrivava a gennaio ed ora contiamo di evadere i tempi entro novembre. Ho una bellissima squadra, lavoriamo e cerchiamo di dare il massimo». «L’esame è stato bloccato – conclude il direttore dell’Area vasta 5, Cesare Milani – per precauzione, giustamente. Stiamo dirottando i pazienti soprattutto a Macerata, dove vanno i nostri medici a refertare».