I pescatori di plastica: "Così continuiamo a proteggere il mare. Ora basta polistirolo"

L’appello dei marittimi sambenedettesi che da 5 anni fanno parte di un progetto importante e dai grossi risultati per liberare le acque. L’appello: "Le cassette per il pesce siano fatte di altro materiale"

I pescatori impegnati in prima linea contro i danni della plastica

I pescatori impegnati in prima linea contro i danni della plastica

San Benedetto (Ascoli), 23 aprile 2024 – Sono passati cinque anni da quando circa 40 imbarcazioni della marineria sambenedettese iniziarono a trarre rifiuti dalla costa, sotto l’egida di un progetto divenuto poi famoso a livello nazionale. Si chiamava ‘A pesca di plastica’, e permise agli armatori della riviera di tirare a secco, già nella prima edizione, una ventina di tonnellate di materiale sepolto in mare. Il comune di San Benedetto, legandosi all’iniziativa, divenne ente capofila di un progetto ben più ampio, che ricevette più volte il plauso di papa Francesco.

Le attività non sono cessate e anzi, nella Giornata Mondiale della Terra, i pescatori sono convinti più che mai che quest’opera sia utile. Per renderla ancora più efficace, però, servirebbe un passo in più, sia nella pianificazione della pesca, sia nella scelta dei materiali per le cassette con cui viene trasportato e venduto il pesce.

“Siamo sempre attivi nella pulizia del nostro mare dalla plastica e da altri rifiuti – dice Pietro Ricci, tra gli armatori protagonisti dell’iniziativa – da quando è partito il progetto non ci siamo mai fermati e devo dire che, con il passare del tempo, la plastica che abbiamo tratto a riva è progressivamente diminuita. Troviamo sempre oggetti da eliminare, spesso anche ingombranti, ma sempre di meno sul livello della nostra costa: la maggior parte viene rinvenuta al largo, dove passano le navi. Non lo facciamo per il riconoscimento tributatoci dal papa, anche se ne siamo grati ed orgogliosi. Portiamo avanti questa attività volontariamente per migliorare le condizioni del nostro ambiente e consegnare alle future generazioni un mare più pulito". Come migliorare? Quel che servirebbe è un progetto su più ampia scala, perché le barche seguono, per lavoro, determinate rotte. Questo significa che intere porzioni di mare continuano ad essere trascurate. La marineria non potrebbe fare più di così: per prendersi maggiore cura dell’ecosistema, semplicemente, occorre un intervento ancora più strutturato. Ma non solo.

"Voglio rivolgere un appello alle istituzioni – afferma il cappellano del porto, Don Giuseppe Giudici –. Perché il nostro mare sia sempre più pulito bisogna eliminare le cassette di polistirolo e scegliere altri materiali. Recentemente abbiamo ottenuto un compattatore per riciclare le tare in polistirolo, e questo è un bene, ma forse non è sufficiente. Molte delle cassette che si rompono finiscono comunque sulle nostre spiagge e in mare. C’è bisogno di un cambiamento radicale per salvaguardare il nostro ecosistema. Per quanto riguarda la pesca della plastica, i marinai lo fanno di propria sponte e questo significa che hanno preso atto, nella propria coscienza, che tutto questo è giusto e che va fatto".

Tanta soddisfazione anche dalla Picenambiente, che si occupa dei rifiuti una volta che questi giungono in banchina. "Voglio ringraziare la marineria sambenedettese – dice l’ad Leonardo Collina – per la lodevole opera di pulizia del mare: ciò che rende questa iniziativa ancora più encomiabile è che non si tratta di un lavoro. Per quel che ci riguarda, saremo sempre a disposizione dei pescatori e della città per eliminare la plastica dalla costa sambenedettese".