Quel contributo non le spettava: donna condannata

Il collegio del tribunale di Ascoli ha condannato a quattro mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) una donna residente nelle zone terremotate della provincia di Ascoli finita sotto processo con l’accusa di aver percepito indebitamente il Cas (contributo per l’autonoma sistemazione). Falso ideologico commesso da privato in atto pubblico e indebita percezione di erogazioni a danni dello Stato le accuse delle quali è stata giudicata, assistita dall’avvocato Rita Occhiochiuso. La donna presentò a ottobre 2016 la domanda al comune di Acquasanta, per ottenere il Cas in relazione al sisma del 24 agosto, dichiarando che in una casa di quel comune aveva la residenza principale, abituale e continuativa e che la stessa era diventata inagibile a causa del sisma violento che ha colpito tutto il territorio. Una dichiarazione che secondo il sostituto procuratore Saramaria Cuccodrillo era però non rispondente al vero per cui è stata aperta un’inchiesta che ha portato al processo. Prima che l’erogazione del contributo per l’autonoma sistemazione a suo favore fosse sospesa, la donna ha comunque incassato circa 10mila euro; incassi mensili comprendenti anche agosto 2016, fino a dicembre 2018. Una somma che naturalmente è chiamata restituire.

p.erc.