Referendum sulla giustizia, nel Piceno la minore affluenza: ha votato soltanto il 15,26%

Le Marche si sono allineate al dato nazionale sull’affluenza alle urne per i cinque referendum sull’ordinamento giudiziario di domenica: è andato infatti a votare il 20,72% degli aventi diritto (un milione 166 mila marchigiani). La provincia dove si è votato di più è stata quella di Macerata con 26,66%, mentre quella con la minore affluenza è stata quella di Ascoli Piceno con il 15,26%.

Quanto ai quesiti referendari, il "sì" ha raccolto il 75,42% per la separazione delle carriere dei magistrati, il 73,65% per l’elezione dei componenti togati del Csm, il 72,89% per quello sui membri laici dei consigli giudiziari, il 55,81% per la limitazione delle misure cautelari, il 53,47% per la modifica della legge Severino e l’incandidabilità dopo la condanna.

Il dato relativo alla provincia di Ascoli riferisce che al referendum sull’incandidabilità si sono recati alle urne il 15,26%; sulle limitazioni misure cautelari il 15,25%, sulla separazione funzione magistrati il 15,26%, membri laici su consigli giudiziari il 15,25%, elezione componenti togati del Csm il 15,25%.

Veniamo al comune di Ascoli in particolare. Per l’incandidabilità ha votato il 16,05%, limitazioni misure cautelari il 16,04%, separazione funzione magistrati il 16,05%, membri laici su consigli giudiziari il 16,04%, elezione componenti togati del Csm il 16,05%.

Nelle 33 sezioni della provincia di Ascoli il record di affluenza è stato registrato ad Acquaviva Picena, con una media che si è attestata intorno al 48,7%, decisamente in controtendenza rispetto al dato regionale e nazionale; a seguire Palmiano con il 30,14%. L’affluenza più bassa è stata registrata invece a Castorano col 10,39%.

p.erc.