Ricorso Areamare, Comune nei guai

L’avvocato Gaetani si è dimesso dopo le polemiche scaturite in maggioranza e a pochi giorni dall’udienza

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Clamoroso colpo di scena nella querelle Areamare. Ma anche sulla vicenda delle liti in maggioranza, e tutti gli annessi e connessi che si intrecciano in questo groviglio improbabile di interessi pubblici, privati, politici e non. L’avvocato Domenico Paolo Gaetani, nominato difensore del comune nel ricorso presentato al Tar da Areamare, rinuncia all’incarico. L’amministrazione di Viale De Gasperi si affaccia sull’orlo del baratro: dall’esito della vicenda dipende lo stato di salute della maggioranza insediatasi a novembre, e ora, a una settimana dall’udienza, il comune non ha un avvocato che rappresenti la propria istanza contro un privato per nulla disposto a mollare l’osso. La rinuncia, in tal senso, è figlia delle feroci liti andate in scena nelle ultime settimane all’interno della maggioranza. Questa, dal 5 aprile, è diventata teatro di uno scontro propiziato dalla nomina di Paolo Gaetani, fratello di Stefano Gaetani, capogruppo di Libera in consiglio comunale. Per la verità anche l’opposizione aveva ironizzato sulla scelta, senza però calcare la mano, anche per la mancanza di un’incompatibilità vera e propria. "Avendo con rammarico constatato – fa sapere Gaetani - che sono sorte contestazioni, seppur assolutamente infondate in fatto e in diritto, nonché polemiche ‘politiche’, anche all’interno della maggioranza, in relazione alla mia nomina quale difensore di fiducia del Comune, nella causa promossa dalla società Areamare srl, ho ritenuto di dover rinunciare al mandato di avvocato, non sussistendo per me più le condizioni per poter svolgere con serenità il conferito incarico professionale".

La scelta di affidare il caso a Gaetani era costata all’ente 5mila euro lordi: il legale avrebbe dovuto imbastire la difesa del comune, chiamato a confrontarsi con la parte avversa in un’udienza programmata per il 27 aprile. "L’incarico mi era stato proposto dall’assessore di riferimento Bruno Gabrielli – spiega l’avvocato – e poi formalizzato dal sindaco Spazzafumo, e tutto questo senza che mio fratello Stefano Gaetani ne avesse avuto conoscenza, anche perché il fatto di avere un fratello consigliere comunale non costituiva motivo di incompatibilità e l’incarico poteva essere svolto nella più assoluta legalità".

E ora? Ora bisognerà correre ai ripari. Areamare, lo ricordiamo, ha presentato ricorso al Tar contestando il silenzio dell’amministrazione comunale sull’iter di approvazione di una variante, risalente al 2017, con cui il privato intende realizzare 18 edifici residenziali a Porto d’Ascoli. Non proprio una vicenda di scarsa importanza. "A questo punto – conclude Gaetani – mi auguro che i politici, d’ora in poi, si occupino della questione valutandola nel merito e non nei formalismi, poiché sono in discussione decisioni che riguardano il futuro urbanistico della nostra città, ed è su questo che i politici devono riferire a tutti i cittadini".

Giuseppe Di Marco