"Riportiamo al centro artigiani e imprese"

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L’artigianato è il perno di un modello produttivo che ruota attorno alle piccole imprese. La Cna Picena ha stilato una serie di proposte per un nuovo patto sociale in grado di agevolare la ripartenza. "La Cna auspica che nella nuova legislatura alla cultura emergenziale si sostituisca una ritrovata capacità di guardare le profonde trasformazioni che investono la società italiana – sostiene Francesco Balloni, direttore della Cna Picena -, in modo da recuperare la centralità dei soggetti sociali, veri e propri connettori ai processi reali. Due sembrano le attitudini da recuperare e sviluppare. Innanzitutto le grandi scelte strategiche, che dovrebbero essere costantemente valutate nei loro impatti sul nostro sistema economico e sociale. Poi va rimarcata l’azione di puntello e valorizzazione del modello di sviluppo italiano, incentrato sul dinamismo e sulla vivacità della piccola impresa dalle cui vibrazioni dipendono la crescita del paese e conseguentemente l’occupazione, la stabilità e la coesione del sistema sociale. Solo in questo modo potremo abitare le grandi transizioni (ecologica e digitale) anziché subirne passivamente gli effetti. Crediamo che questa sia la via giusta per comporre un’agenda delle priorità". Aumenti impazziti e moratorie post covid. C’è grande preoccupazione per i prossimi mesi. "Il 2023 sarà l’anno del dentro o fuori - commenta -. Le imprese se non ripartiranno saranno costrette a chiudere. Dei 7 parlamentari eletti ne abbiamo già incontrati 4 di persona. Ci sono alcune situazioni molto chiare. Il tema dell’energia, riportare gli artigiani e le imprese al centro della politica industriale, puntare sull’export del Made in Italy, rivedere la contrattazione collettiva del lavoro, un fisco più leggero, le infrastrutture, la legalità come presupposto di sviluppo, welfare e pensioni". Il futuro di tutti si gioca qui.

mas.mar.