Sanità, attesi i fondi per la riviera

Incontro con Acquaroli: "Ecco i tempi". Assenti "A San Benedetto puntiamo sul nuovo ospedale"

Sanità, attesi i fondi per la riviera

Sanità, attesi i fondi per la riviera

L’atto aziendale dell’Ast sarà pronto per l’estate. Il documento con i servizi da finanziare nelle diverse aziende sanitarie, e quindi anche a San Benedetto, verrà redatto entro pochi mesi. È quanto emerge dall’incontro organizzato dal gotha di Fratelli d’Italia e tenutosi ieri sera all’hotel Calabresi. Alla kermesse sono intervenuti il commissario Guido Castelli, la sottosegretaria al Mef Lucia Albano, l’onorevole Elena Leonardi, il capogruppo in consiglio regionale Carlo Ciccioli, il consigliere regionale Andrea Assenti e il coordinatore locale Luigi Cava. A fornire una necessaria cornice è stato Assenti: "Dopo aver scalzato la politica dell’ospedale unico – ha detto l’ex vicesindaco – ci siamo dotati di un nuovo Piano sociosanitario e abbiamo smontato la concezione dell’Asur unica, promuovendo la realizzazione delle cinque Ast. A San Benedetto puntiamo sul nuovo ospedale". È stato Ciccioli, invece, a chiarire il cronoprogramma per l’organizzazione delle aziende sanitarie territoriali: a fine dicembre sono state licenziate le linee guida per la predisposizione degli atti aziendali. Dopodiché, il 30 aprile le linee guida sono state modificate con delle integrazioni che entro pochi giorni andranno in giunta, e poi ogni direttore dovrà fornire l’organizzazione provincia per provincia. "Dopo il piano sociosanitario va redatto l’atto aziendale, che destinerà le risorse per le prestazioni da finanziare – ha detto Acquaroli – Speriamo che venga approvato entro l’estate".

Il presidente, quindi, ha offerto una disamina del quadro marchigiano e piceno: "Quando fu istituita l’Asur, l’allora governo regionale si rese conto che una sanità centralizzata non avrebbe potuto rispondere alle esigenze del territorio: da qui nacquero le Aree Vaste e quella è l’ultima grande riforma regionale della sanità nelle Marche. Noi, quando ci siamo insediati, abbiamo deciso di riformare la sanità con l’obiettivo di fare chiarezza, perché l’Asur non riusciva ad erogare prestazioni, programmazione e servizi che i territori chiedevano. E qui nella provincia di Ascoli c’era e c’è una forte presenza di sanità privata convenzionata, con cui noi non abbiamo nulla in contrario. Il punto, però, è che il committente deve essere pubblico, e il soggetto privato deve rispondere alle esigenze del pubblico. Abbiamo puntato su cinque aziende territoriali con personalità giuridica propria, perché pensiamo che gli ospedali siano strutture per acuti: in essi non bisogna centralizzare tutto".

Giuseppe Di Marco