Sanità Ascoli, ecco i nuovi macchinari: "Radioterapia, più qualità"

Inaugurati l’acceleratore lineare e la Tac-simulatore, il direttore Esposito: "Struttura pubblica competitiva". Storti: "Abbattiamo le liste d’attesa"

L’inaugurazione al Mazzoni (La Bolognese)

L’inaugurazione al Mazzoni (La Bolognese)

Ascoli Piceno, 12 marzo 2022 - Con il rinnovo tecnologico e la nomina del nuovo responsabile, si chiude il cerchio intorno al potenziamento dell’Unità operativa semplice dipartimentale di radioterapia dell’Area vasta 5. Un reparto molto importante che per anni, in passato, a causa della mancanza di macchinari all’avanguardia, non è riuscito a rispondere alle esigenze di molti pazienti oncologici che sono stati così costretti a curarsi altrove. Oggi, finalmente, sia le apparecchiature di ultima generazione, sia la figura del primario, ci sono e saranno in grado di dare risposte tempestive ed efficienti alla popolazione, non solo del sud delle Marche.

Ieri, all’ospedale ‘Mazzoni’ dove il reparto si trova, alla presenza dell’assessore alla sanità, Filippo Saltamartini, del direttore dell’Asur Marche, Nadia Storti, degli assessori Castelli e Latini e del direttore dell’Area vasta 5, Massimo Esposito, sono stati inaugurati il nuovo acceleratore lineare e la Tac-simulatore, entrambi già attivi. Il primo (Linac Varian TrueBeam’), il cui costo è stato di circa 1.700.000 euro, utilizza tecniche di radiazione che, combinate tra loro, permettono di concentrarsi con dosi di radiazione più elevate, e quindi più efficaci, solo sulle cellule interessate dal tumore. Il secondo, il cui costo è di circa 450.000 euro, è in grado di offrire immagini molto dettagliate dei volumi del paziente da irradiare per ottimizzare la terapia. "Il rinnovamento e l’aggiornamento del parco tecnologico – dice Esposito – costituiscono una linea di indirizzo strategico per la direzione di Area vasta, in quanto permettono ai professionisti di elevare la qualità delle prestazioni che erogano, ma al tempo stesso rendono la struttura pubblica competitiva e attrattiva anche nei confronti del privato".

"Abbiamo voluto dotare questa Area vasta – continua la Storti – di macchinari di ultima generazione perché potessero effettuare trattamenti in tempi più rapidi, con l’abbattimento delle liste d’attesa e con la possibilità di assistere pazienti oncologici che rappresentano, purtroppo, un numero ancora elevato. La precocità con la quale vengono fatte la diagnosi e la terapia significa migliorare la qualità della vita e salvare la vita a queste persone". "L’oncologia delle Marche è una delle prime a livello nazionale – conclude Saltamartini –. Oggi inauguriamo un acceleratore lineare in una città che ne ha due, le altre province non ne hanno due. E’ un investimento significativo –. Dobbiamo però cominciare a ragionare non più per province, questo discorso del localismo danneggia i marchigiani, perché quando uno è malato di tumore deve andarsi a curare nel miglior posto possibile, anche se non sotto casa, con le migliori attrezzature".