Ascoli, 20 dicembre 2018 - Prima l’hanno afferrata per un braccio, poi gli schiaffi e infine hanno tentato di sfilarle i pantaloni. È quanto è successo in tarda serata martedì, in via Bengasi, nella zona tristemente conosciuta come Shanghai, ad Ascoli.
Una giovane donna, di 24 anni era uscita intorno a mezzanotte quando è stata presa alle spalle. Un’aggressione che si sarebbe potuta concludere con uno stupro. La ragazza stava andando a gettare l’immondizia e a un certo punto è stata afferrata alle spalle, da due sconosciuti.
«Hanno approfittato del buio, mi hanno afferrato alle spalle – racconta –, in un primo momento ho pensato ad uno scherzo, poi quando mi hanno cominciato a colpire ho capito che si trattava di un’aggressione. Sono rimasta paralizzata, non riuscivo a gridare, mi divincolavo. Ricordo il buio, il freddo. Uno di loro mi aveva afferrato i polsi, l’altro mi picchiava. Ho ricevuto schiaffi e colpi nella parte lombare, credo con un bastone. Sono ancora molto turbata e soprattutto molto spaventata. Sono stati attimi di vero terrore, soprattutto quando uno dei due ha mostrato un coltello».
I bruti, infatti, l’hanno afferrata per i polsi iniziando a percuoterla con rabbia e violenza. Sotto choc, paralizzata dalla paura la giovane ha tentato in tutti i modi di liberarsi dalla presa, ma gli uomini riuscivano ad avere la meglio: ad un certo punto uno di loro ha estratto un coltello, piccolo e appuntito, mentre l’altro è riuscito addirittura a calarle i pantaloni, pronto a compiere l’orribile violenza.
«A quel punto – racconta la giovane – mi sono sentita morire. In questa concitazione stranamente uno di loro si è allontanato, sono rimasta a combattere con l’altro. Senza pensare, alimentata solo dalla forza delle disperazione, automaticamente ho messo a punto alcune tecniche che ho imparato da un corso di autodifesa, che ho fatto alcuni anni fa, sono riuscita a divincolarmi e quando mi sono accorta che mi aveva liberato i polsi sono fuggita. Ho corso più che potevo, la forza della disperazione mi ha fatto arrivare a casa in un baleno, tra le lacrime e la paura. Una volta lì ho perso tutte le forze, mia madre e alcuni amici mi hanno portato in ospedale, al pronto soccorso».
In ospedale i sanitari le hanno prestato supporto psicologico e l’hanno sottoposta ad accertamenti. Non si capisce perché uno dei due si sia allontanato, forse per paura di essere riconosciuto ha mollato la presa ed è fuggito velocemente a piedi, riuscendo a dileguarsi nel buio. La giovane è stata dimessa con cinque giorni di prognosi per aggressione e ha sporto denuncia ai carabinieri che dovranno risalire ai colpevoli in base agli elementi forniti dalla vittima.