Tracce francescane a Fermo

L'articolo di Adolfo Leoni esplora il legame tra la storia della Terra di Marca e la presenza religiosa, seguendo le tracce francescane a Fermo. Attraverso luoghi simbolici come il Duomo e antichi conventi, si rivela un percorso intriso di storia e spiritualità.

Leoni

Si può scrivere un’altra storia? Si può. Con l’accortezza però di tener conto di ogni aspetto. Anche quello religioso. A volte capita che invece la presenza religiosa sia giustapposta o addirittura vista sullo sfondo. E pure la storia della Terra di Marca è punteggiata dalla presenza della chiesa e dei suoi uomini. Il Cammino di oggi è su alcune tracce della presenza francescana a Fermo. C’è capitato di farla con alcuni amici qualche tempo fa, partendo dal Girfalco. L’odierna Villa Vinci è stata costruita là dove sorgeva la Rocca abbellita dagli Sforza e diventata successivamente convento e chiesa dei Frati Minori Cappuccini. I figli più poveri di Francesco arrvarono in processione dal precedente convento sulla Montagnola o Colle Vissiano. Se il popolo li volle qui, dentro le mura, fu perché quei buoni frati erano sempre al loro servizio. Pochi passi e siamo in Duomo dove, nella navata di destra, un po’ in disparte ha trovato collocazione la Sacra Icona. La portò a Fermo un altro francescano: san Giacomo della Marca, Minore Osservante. Sarebbe stata una sorta di pegno per una pace più marcata tra Fermo e Ascoli Piceno. Scendiamo sino alla Torre Matteucci. Qualche cronaca narra che l’Icona fu consegnata in prima battuta ai nobili Matteucci. A loro volta costoro la recapitarono ai Priori della città. E qui inizia un altro tratto di cammino. Perché i Priori e le altre magistrature parteciparono ad una grande processione per traslocare l’Icona nel grande convento dell’ Annunziata. Dove sta? Non sta. Quel che fu il grande complesso degli Osservanti fu tolto ai frati, trasformato in manicomio provinciale e oggi sede degli uffici dell’Azienda sanitaria teritoriale, via Zeppilli. Resta un malandato portone, dove crediamo sia impossibile accedere da fuori a causa dello spessore sempre più consistente dell’asfalto. Il giro termina davanti al "nuovo" convento dei Cappuccini. Una statua dell’umilissimo fra Marcellino, in odore di santità, saluta il gruppo. All’interno della chiesa, la pala d’altare è dedicata a san Lorenzo. È la stessa che campeggiava nell’omonima chiesa del secondo convento, quello sul Girfalco. Tornando fuori e girando lo sguardo, si scorge l’impettito ed oggi chiuso convento delle Clarisse. Peccato che non si veda quell’altro magnifico: quello delle Cappuccine.