Tribunale a rischio sfratto Ecco quali sono gli scenari

Lo stabile ha un vincolo architettonico ma non di destinazione. Non obbligatorio che debba ospitare tutti gli apparati che ci sono attualmente

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L’ipotesi di sfratto che pende sul tribunale di Ascoli desta forte preoccupazione su una vasta platea di soggetti che a vario titolo hanno a che fare con l’amministrazione della giustizia nel capoluogo piceno, sia direttamente che indirettamente. Tutti sperano in un accordo in extremis fra il soggetto proprietario dell’immobile in piazza Orlini, il fondo immobiliare InvestiRE Sgr, e l’Agenzia del Demanio. Lo stabile ha un vincolo architettonico ma non di destinazione. Questo vuol dire che non è obbligatorio che debba ospitare tutti gli apparati che si occupano dell’amministrazione della giustizia come accade al momento. Certamente, però, non possono essere modificati gli interni, per esempio le due scalinate, l’attuale aula dell’ex corte d’Assise, le aule al piano primo che ospitano cause penali e civili e hanno altezze incompatibili con qualsiasi uso aderente ai criteri attuali di ottimizzazione degli spazi e contenimento dei costi di gestione. Nell’udienza di martedì nella quale si è discusso davanti al giudice Paola Mariani della richiesta di concessione della ordinanza immediata di rilascio alla scadenza contrattuale del 28 dicembre prossimo presentata dal proprietario InvestiRE SGR che ha rilevato l’immobile da Assicurazioni Generali, non è emersa platealmente una volontà fra le parti di trattare sul prezzo di affitto attualmente quantificato in 800mila euro annui, o sulla possibilità che lo Stato acquisti l’immobile, stante un’offerta di 6 milioni di euro a fronte di una richiesta di 12 milioni (questi almeno i rumors che trapelano dall’angusto palazzo di giustizia ascolano). Alla finestra, in attesa di una composizione della diatriba, c’è una vasta platea di soggetti. Il Palazzo di Giustizia in piazza Orlini ospita infatti il tribunale con tutti gli uffici e le aule delle udienze (a parte del giudice di pace che è allocato all’ex seminario).

C’è poi al piano secondo la Procura della Repubblica con tutti gli uffici della polizia giudiziaria di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. E’ pure sede dell’Ordine degli Avvocati, che ha tre stanze, e dell’Associazione Notarile. Per non parlare dell’indotto, vale a dire tutte le attività commerciali della zona che in qualche modo traggono beneficio dall’ufficio che si svolge nell’attuale sede di piazza Orlini dove viene amministrata la giustizia dal 1954, ben 68 anni. Della partita fa parte per altro anche l’immobile in via Marini conosciuto come ’Palazzo di vetro’ che ospita l’Agenzia delle Entrate e un altro immobile in viale Indipendenza. Tutti aspettano un accordo che eviti un inopinato trasloco, ma il problema sta nella forza economica del Fondo immobiliare InìvestirRE che potrebbe porre in atto un braccio di ferro.

Peppe Ercoli