Turismo più moderno E anche il terziario merita investimenti

L’autonomia regionale, solo per servizi ai cittadini? Anche in questo momento post pandemia, ritorna l’interrogativo di sempre. Non solo tra simpatizzanti del Centro studi e ricerca Carducci, ma anche tra studiosi e politici. Esso si è progressivamente diffuso contestualmente, alle varie crisi del sistema socioeconomico. Nelle passate campagne elettorali, per il rinnovo del governo Marche, il centro Carducci propone a tutti i candidati presidenti, la ìGrande Regione Unitaria’ di Umbria-Toscana e Marche. All’attuale governo delle Marche si sono aggiunti altri undici coraggiosi progetti politici di legislatura. Inevitabili se si vuole dare impulso decisivo al riavvio del ’Sistema Marche’. D’altronde è giunto il momento che partiti e movimenti, governi regionali e comuni, si rendano conto che l’ente regione, non serve solo per gestire la sanità pubblica (come di fatto sta accadendo), ma anche per avviare, garantire, promuovere progetti di sviluppo economico ed avanzamento sociale. Obiettivi pressoché in disuso da anni, nelle Marche. Si è perso tempo prezioso, per formulare robusti, strategici, mirati, interventi europei per fermare e rimuovere i condizionamenti conseguenti alla globalizzazione, sia ai tre distretti industriali che a tutte le altre zone industriali delle Marche, sull’esempio di alcune regioni del Nord Italia. È bene convincersi che la regione, con il Pnrr, prioritariamente avvii politiche progettuali mirate al terziario avanzato, trainando i comparti esistenti e promuovendo i nuovi. Riflettendo che, nessuna cittadina marchigiana, costa compresa, può crescere solo con il turismo, che va comunque, sostenuto e modernizzato. Sarà solo soggettiva sensazione, ma, da due decenni, i marchigiani non manifestano più nemmeno le buone intenzioni, che, pure, servivano ad attutire le difficoltà di talune categorie sociali, ad esempio i concessionari di spiaggia. Alla ’millennials’ generazione va dato l’aiuto, il sostegno continuo, essendo la stessa consapevole che, le Marche non ripartiranno se non si eliminano quella superata, storica debolezza strutturale, conseguente ai comparti artigiano-industriali, privi di storiche radici imprenditoriali, scomparendo al primo sussulto della globalizzazione. Per concludere, l’Ente Regione, ha un grande compito da assolvere. Riconoscimento che gli viene anche dalla ex ministra Gelmini, che ha proposto al Parlamento, il disegno di legge ’Autonomia regionale differenziata’. Appunto. Come sono le Marche oggi.

Ubaldo Renzi