Vaccino Pfizer, più siti per la produzione del siero anti Covid

L’idea della multinazionale, che sulla situazione ascolana precisa: "I sindacati sapevano che quei contratti avrebbero avuto durata limitata"

La sede ascolana della Pfizer con l’ex sindaco Guido Castelli durante una visita

La sede ascolana della Pfizer con l’ex sindaco Guido Castelli durante una visita

Ascoli Piceno, 16 dicembre 2020 - Dopo la presa di posizione dei sindacati e la protesta, con tanto di striscione affisso fuori dai cancelli della fabbrica, del Partito Comunista, ora è la Pfizer a mettere in chiaro alcuni punti della questione relativa ai contratti in staff leasing che ha animato gli ultimi giorni. "In merito alla posizione di sessanta lavoratori in somministrazione, dipendenti a tempo indeterminato delle società Ranstad e Adecco, attualmente in forze presso lo stabilimento produttivo di Pfizer ad Ascoli, l’azienda ribadisce di aver chiarito sin da subito e in maniera trasparente, durante gli incontri con le organizzazioni sindacali, che i vari contratti in staff leasing, essendo correlati a specifiche esigenze e volumi di produzione, avrebbero avuto una durata limitata nel tempo": queste le parole affidate a una nota diramata dall’azienda.

Poi la Pfizer ha voluto spiegare i motivi che hanno portato alla scelta, specificando che i sessanta contratti di cui finora si è parlato rappresentano comunque il numero massimo: "Nel 2021, a causa di una riduzione di circa il 25% dei volumi produttivi rispetto all’anno precedente, il sito, al momento, non si avvarrà più del contributo di 17 lavoratori in staff leasing (operatori ed impiegati), fino ad arrivare potenzialmente a un massimo di sessanta lavoratori in somministrazione. Tale numero dipenderà dall’andamento della domanda di prodotto durante l’anno". Questo vuol dire che in base all’andamento dei volumi di produzione la forbice potrebbe allargarsi fino a un massimo di sessanta unità, anche se al momento i lavoratori che non vedranno proseguire il loro contratto sono meno di un terzo di questo numero. Dal fronte sindacale, l’Ugl ha fatto sapere che chiederà immediatamente "un tavolo di confronto con la Pfizer e con le agenzie interinali interessate per tutelare responsabilmente le lavoratrici e i lavoratori interessati, a cui va la nostra massima vicinanza e tutto il nostro impegno per risolvere questa disagevole situazione".

Intanto, Pfizer resta al centro delle cronache quotidiane di tutto il mondo per il vaccino contro il Covid: le ultime indiscrezioni parlano di un possibile ampliamento dei siti destinati alla produzione del vaccino, sviluppato con BionTech e che sarà il primo ad essere autorizzato in Europa presumibilmente entro fine anno. La multinazionale ha 42 stabilimenti nel mondo e, di questi, due sono in Italia: quello di Ascoli, appunto (che però non produce prodotti in fiala), e quello di Catania. L’ampliamento della produzione sarebbe legato alla grande richiesta di vaccini, pari a 1,3 miliardi di dosi entro il 2021. Attualmente i siti produttivi impegnati sul vaccino sono quattro: tre negli Stati Uniti e uno in Belgio, cui se ne aggiunge uno di BionTech in Germania.

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