Ascoli, uccise la zia: «Virgilio Cataldi era incapace di intendere e volere»

Il verdetto della perizia: il 40enne non è imputabile per le coltellate mortali a Irma Giorgi

Virgilio Cataldi

Virgilio Cataldi

Ascoli, 17 novembre 2017 – Incapace di intendere e di volere al momento di uccidere la zia a colpi di coltello, ma comunque socialmente pericoloso per cui non può tornare in mezzo alla gente.

E’ l’esito della perizia svolta su Virgilio Cataldi dal dottor Marco Quercia, responsabile del Servizio territoriale per le dipendenze patologiche dell’Asur di Ascoli.

Dunque non era in sé il 40enne ascolano il pomeriggio del 16 settembre scorso quando ha ucciso con due coltellate alla gola sua zia Irma Giorgi, nella casa di famiglia a Fonte di Campo.

Era incapace di intendere e di volere e dunque ha agito annebbiato dai fantasmi della malattia mentale per la quale era da anni in cura.

«Me lo ha detto Santa Rita» ha riferito ai carabinieri del comando provinciale che la notte successiva lo hanno interrogato finché non ha confessato l’omicidio della zia. Cataldi non potrà essere processato per l’accusa di omicidio volontario che la Procura di Ascoli gli contestava.

Lo sancirà ufficialmente l’udienza che si svolgerà nei prossimi giorni davanti al giudice Annalisa Giusti che ha disposto l’accertamento peritale sul giovane ascolano che è stato comunque dichiarato «socialmente pericoloso». Per questo non può essere rimesso in libertà, benché abbia già lasciato il carcere di Marino del Tronto dove era stato rinchiuso dopo la confessione ed è stato trasferito in una struttura sanitaria protetta dove verrà curato per la sua malattia mentale.