Wick, la difesa al contrattacco: "Ecco i fatti"

Tra i testimoni la dottoressa Picciotti: "Non c’è stato un aumento dei decessi"

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di Fabio Castori

"Numeri alla mano posso tranquillamente affermare che nel periodo in questione non c’è stato un aumento dei decessi nella Residenza sanitaria di Offida e che, anzi, rispetto ad altri anni è stato addirittura inferiore". Una testimonianza, quella di Giovanna Picciotti, direttrice del distratto sanitario di Ascoli, che potrebbe pesare come un macigno sulle sorti del processo a Leopoldo Wick, il paramedico ascolano di 58 anni accusato di aver ucciso otto pazienti con iniezioni di insulina e tranquillanti e del tentato omicidio di altri quattro. Ieri la parola è passata alla difesa, rappresentata dagli avvocati Francesco Voltattorni e Tommaso Pietropaolo, e i testimoni ascoltati hanno portato con loro argomentazioni piuttosto efficaci. In primis la dottoressa Picciotti che ha illustrato davanti alla Corte d’Assise di Macerata i numeri dei decessi della struttura di Offida, confrontandoli con gli anni precedenti, a partire dal 2015. Numeri che sono risultati stabili rispetto agli anni in cui Wick avrebbe agito. In un periodo in cui l’infermiere ascolano era in servizio, sono considerati addirittura minori. "Questi sono i dati ufficiali – ha ribadito in aula la dottoressa Picciotti – e non ci sono anomalie rispetto agli anni precedenti. Va poi sottolineato che i pazienti della Rsa di Offida purtroppo non hanno e non avevano grosse aspettative di vita. Molti di loro erano oncologici e spesso malati terminali". E’ stata poi la volta della caposala dell’Rsa di Offida, in servizio fino al 2015 nella struttura. La paramedica si è soffermata sulla figura e sull’attendibilità dell’infermiera che rappresenta una delle grandi accusatrici di Wick. La caposala ha parlato di una donna grande lavoratrice, che, però, a volte faceva discorsi strani.

Soddisfatto all’uscita dall’aula l’avvocato Voltattorni: "Abbiamo demolito le ipotesi del pm, che parlano di un aumento dei decessi, quando in realtà non ci sono stati, e abbiamo portato davanti alla Corte testimonianze di elementi oggettivi, nonché fornito dati ufficiali e certi. Questo a differenza dell’accusa che si basa solo su prove indiziarie". Un round sicuramente a favore della difesa, quello di ieri, che ha messo di nuovo in luce i due profili di Wick diametralmente opposti: da una parte colleghi e familiari delle vittime lo hanno descritto come uno spietato killer che avrebbe fatto una serie di iniezioni letali alle vittime, usando insulina e psicofarmaci; dall’altra i fatti parlano di un infermiere esperto, molto preparato, poco empatico con chi lavorava con lui, ma anche estremamente attento alle condizioni di chi aveva in cura e soprattutto non con tutti quei decessi sulle spalle che gli sarebbero stati attribuiti. Un vero e proprio rebus che i vari testimoni comparsi nel corso del processo non hanno ancora contribuito a risolvere. Intanto mercoledì prossimo si replica.