Ascoli, in un anno chiuse 104 imprese: il Piceno fa i conti con la crisi

Andamento che si avvicina al record minimo dell’ultimo decennio, registrato a gennaio 2020

Un operaio al lavoro (Foto d’archivio)

Un operaio al lavoro (Foto d’archivio)

Ascoli, 12 novembre 2022 - Sono 104 le imprese perse nella provincia picena negli ultimi dodici mesi. Il risultato emerge dall’analisi dei dati della Camera di Commercio delle Marche, che a fine ottobre 2022 ha censito 20.674 imprese attive su tutto il territorio provinciale, contro le 20.778 di un anno fa. Un andamento decrescente che va avanti ormai da tempo e che si avvicina al record minimo dell’ultimo decennio, registrato a gennaio 2020, a poche settimane dall’inizio della crisi epidemiologica da Covid 19: il punto più basso nel diagramma della demografia d’impresa picena, quando le attività erano 20.567.

Da quel momento, nonostante le ovvie difficoltà del periodo, si è comunque registrata una lenta ripresa, culminata nelle 20.937 imprese attive di agosto 2021; ma poi, di nuovo, la discesa fino al dato di ottobre di quest’anno. Nel confronto con lo stesso periodo del 2021, a pesare sul calo generale è il crollo delle ditte del "commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione autoveicoli e motocicli", con una perdita del 2,4% pari a 116 unità. Un valore significativo per il settore numericamente più rappresentativo del Piceno, con una quota pari al 22,4% del totale.

Va male anche il comparto di "agricoltura, silvicoltura e pesca" che detiene una quota del 17,2% a livello provinciale e che perde l’1,7% (63 unità); brutte notizie pure per trasporto e magazzinaggio (-2,3%).

L’altra faccia della medaglia è data dalle imprese che si occupano di "sanità e assistenza sociale": sono 145, 10 in più dello scorso anno per una crescita del 7,4%. Seppur rappresentino una fascia ancora residuale sul totale delle imprese picene (solo lo 0,7%), la crescita è significativa. Tra i settori «forti» c’è quello delle costruzioni, che vale il 13,5% dell’economia provinciale con le sue 2.782 ditte, in crescita dell’1% rispetto a ottobre 2021.

Volendo tirare le somme in un quadro temporale più ampio, ecco che emerge un dato singolare: se si torna indietro di un decennio e si prende quindi come riferimento ottobre 2012, si può notare come a fronte di una diminuzione delle imprese che sfiora il 3,6% (pari a 769 unità in meno, 21.443 contro 20.674), c’è comunque chi regge l’urto e chi addirittura cresce. Se infatti la manifattura è passata da 2.247 a 2.089 ditte, contenendo le perdite, nel settore di "alloggio e ristorazione" assistiamo a un aumento di ben 150 unità (da 1.540 a 1.690): un chiaro segnale di una tendenza a fare imprese nel food e nell’accoglienza che ormai è sempre più diffusa.