Carbon, la rinascita. Legambiente e gli anni delle dure battaglie: "C’era pure chi rideva"

Paolo Prezzavento: "Nascemmo proprio intorno alla vertenza, poi le cose sono cambiate e il bene comune alla salute ha prevalso". Ora un concorso di idee per la riqualificazione dell’intera area

Ex Carbon, la rinascita

Ex Carbon, la rinascita

Ascoli, 18 febbraio 2024 – Se l’area che ospitava l’imponente stabilimento della Sgl Carbon oggi è oggetto di una bonifica e verrà riqualificata, anche con un concorso di idee promosso attraverso un forum, gran parte del merito va al circolo Legambiente di Ascoli. Nacque nel 1989 proprio sulle preoccupazioni per l’inquinamento subdolo che l’ex Sice provocava, specie nella zona circostante, ma oltre. Tra i più attivi del circolo Paolo Prezzavento e Diana Di Loreto. Inizialmente dovettero scontrarsi non solo con l’azienda, ma anche con l’opinione pubblica, venendo non di rado perfino irrisi. Il tempo ha dato loro ragione, così come l’immane impegno e il tempo sacrificato alle proprie vite private.

Prezzavento, cosa ricorda di quei tempi?

"Nascemmo proprio intorno alla vertenza Carbon: eravamo una trentina, fra insegnanti, studenti, pensionati. All’epoca non era facile criticare l’azienda, anzi era rischioso. Avevano fior fiore di avvocati che venivano ad Ascoli e studiavano i nostri comunicati. Non hanno mai trovato niente di illecito, però, perché quello che dicevamo era fondato su dati scientifici, anche dell’Arpam. Gli operai si sono aggiunti a Legambiente dopo, perché all’inizio, così come i sindacati, ci vedevano come un ostacolo al lavoro. Un po’ come tutta la città, vedevano la Carbon come occasione di occupazione, necessaria per mantenere, anche giustamente sia chiaro, le proprie famiglie. Poi le cose sono cambiate e il bene comune alla salute ha prevalso sul resto e alle manifestazioni cominciarono ad essere esposti insieme striscioni di Legambiente e degli operai".

Un percorso difficile iniziato con le famigerate ’goccioline’ nere di pece.

"Ricadevano sulle case circostanti, specie a Pennile di Sotto dove si posavano ovunque. Particolarmente evidenti erano sui davanzali delle case. Non si potevano mettere oi panni ad asciugare fuori le finestre che si annerivano. Allora distribuimmo lenzuola bianche col nostro simbolo e le facemmo appendere dalle finestre delle case sottovento del Pennile: in due settimane si annerivano".

Prezzavento, la città cominciò quindi a capire, così come anche la dirigenza della Carbon.

"Aumentò la consapevolezza del fatto che era una strategia perdente quella di difendere il posto di lavoro in un’azienda che metteva a rischio la salute dei dipendenti e delle famiglie della zona. La Carbon montò il filtro Re-Therm per correre ai ripari, ma ormai la città aveva capito ed era diventata diffidente nei loro confronti; dall’interno dell’azienda filtravano più notizie sulle condizioni di lavoro. Da lì sono susseguite tante cose fino ad arrivare ad oggi che a Legambiente è stato affidato il compito di monitorare l’opera di bonifica coordinata dal commissario Vadalà e valutare, con il Comune, i progetti che riguarderanno la rigenerazione del sito".