Commercio: in crescita i ristoranti, a chiudere sono i barbieri

Lo studio nel Piceno: in 9 settori su 14 c’è stato un aumento nel numero delle imprese. Nel settore di installazione di impianti elettrici 50 attività abbassano le serrande

Negozi chiusi in centro storico marzo 2023

Negozi chiusi in centro storico marzo 2023

Ascoli, 16 febbraio 2024 – Gli ascolani sono sempre più attratti da tatuaggi e feste e sempre meno da gelati e pasticcini. Mettendo il 2023 e il 2018 a confronto, con un ‘prima’ e ‘dopo’ a distanza di 5 anni, è possibile infatti riflettere sull’andamento delle aziende del Piceno: crescono tatuatori, servizi per gli animali, organizzatori di feste e aziende incentrate sul benessere. A perire invece le attività che istallano impianti elettrici, le gelaterie e le pasticcerie ma anche i saloni di bellezza.

I dati resi noti dalla Camera di commercio Marche evidenziano che, nonostante la crisi sanitaria e le problematiche economiche, in 9 settori su 14 presi in analisi c’è stata una crescita di aziende attive. A migliorare con 15 nuove aperture, infatti, il settore della ristorazione con somministrazione. Tendenza simile anche per quanto riguarda bar e locali che, ad Ascoli, reggono l’urto della crisi mantenendo sostanzialmente invariati i numeri di 10 anni fa, con 134 bar attivi nel 2023 a fronte dei 137 del 2013. Cosa che invece non accade in provincia, dove si registra un calo, con la perdita, nel giro di 10 anni, di 48 bar.

In forte calo anche gelaterie e pasticcerie, con la chiusura di 13 aziende, e la ristorazione connessa alle aziende agricole, che perde la metà delle imprese vive nel 2018. Però, le peggiori perdite sono sicuramente quelle subìte dal settore di installazione di impianti elettrici, con la chiusura di 50 attività, e da quello dei barbieri e parrucchieri, che in 5 anni ha abbassato definitivamente 31 serrande.

Come la moda comanda in crescita tre servizi sempre più ambìti: 5 attività in più che organizzano feste, 11 che si occupano di cura degli animali da compagnia, (a esclusione delle cure mediche) e 15 studi di tatuatori e piercer.

L’Osservatorio burocrazia, progetto della Cna che si occupa di condurre questo tipo di indagini, partendo da tali dati afferma chiaramente che, tra le tante problematiche con cui le piccole e medie imprese si confrontano ogni giorno, la burocrazia è ancora il principale ostacolo. Difficoltà amplificate poi per le aziende del Piceno che spesso si trovano a operare in regioni diverse, vista la vicinanza del confine con l’Abruzzo. La burocrazia differente rende difficile, infatti, mantenere un modo di agire chiaro e lineare: ad esempio, per la formazione degli operatori che lavorano nel settore del benessere, la regione Marche prevede 990 ore, a differenza delle 1.056 ore richieste dalla burocrazia abruzzese.

Un mix di difficoltà burocratiche e lacune normative che mettono a dura prova la vitalità delle imprese locali, come dimostrano i numeri relativi alla presenza di aziende del Piceno, che tra gennaio e novembre 2023 ha assistito alla perdita di 1.448 imprese attive. Nel frattempo, come sottolinea l’Ufficio studi della Confcommercio, la città ha perso in 10 anni 4mila abitanti passando da 49.860 del dicembre 2014 a 45.454 nel novembre 2023.