Cani al ristorante, si entra solo se il gestore dice sì

La lettera

Bologna, 20 luglio 2017 - Ho prenotato un tavolo in una trattoria della provincia bolognese per cenare in terrazzo con i miei due nipoti. Mi è stato rifiutato l’ accesso perché avevamo con noi il mio cagnolino taglia sotto i 10 kg, educato e sempre ben accetto in tutti i ristoranti. Non ho mai avuto problemi in Italia e all’estero. Credo ci sia una legge che in base alla taglia e al tipo di cane eviti discriminazioni.  Manuela Bruni, Bologna

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

I cani, secondo la legge possono entrare nei pubblici esercizi, ma solo se il gestore è d’accordo. In Emilia Romagna, rispettando alcune regole, è possibile far eccedere gli animali d’affezione anche in ospedale. Pure molte spiagge si sono organizzate in questo senso, ma sono luoghi dedicati. Dunque c’è libertà di circolazione con alcuni stop: per esempio nei supermercati o nelle cucine. L’ingresso in bar, ristoranti, alberghi è permesso solo se il gestore concede il via libera. Chi ritiene inopportuna la presenza di animali può esporre un cartello “Io resto fuori” con il disegno del cagnolino. Ai proprietari può dispiacere, ma è un forma di rispetto che si deve ai clienti che la pensano diversamente. Il gestore deve garantire serenità a tutti. E forse anche i nostri amici cani non sono poi così scontenti se evitiamo di farli attendere sotto la tavola mentre noi ceniamo.  beppe.boni@ilcarlino.net

 

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