Treni o strade, serve la svolta

Bologna, 11 aprile 2019 - Nei mitici anni Sessanta, per costruire l’autostrada Milano-Napoli (più di 700 chilometri) impiegarono incredibilmente più o meno duemila giorni. Altri tempi, certo. Oggi – più tecnologie, ma anche più vincoli, più Italia del no a prescindere, più tutto e ovviamente meno quattrini – dobbiamo accontentarci e festeggiare il varo per l’estate del People Mover bolognese e del metrò di costa (parolona: in fondo è un filobus su strada privata, diciamo così ) fra Rimini e Riccione. Dai cinque ai dieci chilometri di tracciato, tempi di realizzazione 15 e 25 anni. 

Proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno: in sette minuti e venti secondi si potrà raggiungere l’aeroporto di Bologna dalla stazione ferroviaria (e viceversa). Soprattutto per i non bolognesi è un bel passo in avanti; eviti i parcheggi (a volte costosissimi) in zona aeroporto e dribbli le navette-bus che rischiano da sempre di finire imbottigliate nel traffico cittadino. Il People Mover ha un binario tutto per sè e in un attimo sei pronto per salire su un treno per Firenze, Milano, Rimini o Ancona

Federico Del Prete ci spiega nei dettagli cosa succederà da giugno a Bologna, così come Filippo Graziosi ci racconta la montagna romagnola (metrò di costa Ravenna–Cattolica pensata 25 anni fa) che sta partorendo un topolino: filobus con corsia privata fra Rimini e Riccione, 17 fermate, 23 minuti per compiere il tragitto di neanche 10 chilometri. Il vantaggio è che, traffico o non traffico, il tempo che si impiega è comunque sempre quello. Ma se si noleggia un motorino, scusate la brutalità, si fa prima.

Il guaio è che da troppi anni non riusciamo a portare veramente a termine un progetto di grande respiro. Innovativo. Che non sia già vecchio e superato quando arriva a destinazione. Una parola: la svolta. Abbiamo tutti la necessità di guadagnare tempo e arrivare in fretta, al lavoro o in vacanza, ma non siamo capaci di inventare più nulla. Pensate al turismo verso la Riviera romagnola e marchigiana e in generale un po’ tutta la dorsale adriatica: il problema di oggi è quello di 40 anni fa. Se ti svegli una domenica mattina di estate e da Modena vuoi andare al mare a Cervia (cento chilometri, non una follia) nove volte su dieci finisci per rinunciare perchè coi treni è un disastro, in auto non arrivi mai e se fai due conti rischi – paradossale, ma vero – di sbarcare prima su una spiaggia sicula o spagnola salendo su un aereo low cost. 

 

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