Berberè apre ‘Casa Madre’ in via Murri: il nuovo quartier generale con pizzeria

La nuova sede, in via Murri 71, ospita gli uffici centrali, un centro di formazione per i giovani dipendenti e i neoassunti e una pizzeria gourmet

Prende il via durante questa primavera il nuovo progetto dei due fratelli Aloè

Prende il via durante questa primavera il nuovo progetto dei due fratelli Aloè

Bologna, 12 marzo 2024 - Ha fatto tanta strada dalla sua fondazione nel 2010, ma ora il brand Berberè si appresta ad accogliere il suo quartier generale, in via Murri 71. E' prevista per questa primavera, infatti, l'inaugurazione del nuovo Centro di formazione permanente, che si chiamerà "Casa Madre", che oltre ad istruire aspiranti pizzaioli ospiterà anche la quarta pizzeria della catena nella città di Bologna e gli uffici amministrativi centrali.

Il brand

L'apertura della prima pizzeria Berberè in territorio bolognese risale al lontano 2010, precisamente a Castel Maggiore, per mano dei fratelli Matteo e Salvatore Aloè. E' stato soltanto l'inizio di una lunga ascesa per il marchio, che negli anni seguenti ha aperto ben 19 locali in 9 città diverse, tra cui Londra, e ha assunto oltre 350 dipendenti. Tra i vari riconoscimenti ottenuti, Berberè si è classificato quinto nella graduatoria mondiale Artisan Chains della guida 50 Top Pizza 2023.

La continua formazione del personale dipendente e il miglioramento costante della qualità artigianale sono solo due dei punti forti di questo marchio. A dimostrazione di questo, il progetto dà vita alla sua "Casa Madre", la nuova sede centrale di via Murri 71 che ospita al suo interno anche un centro di formazione permanente.

La nuova sede

Il nome del nuovo stabilimento, "Casa Madre", rimanda al lievito madre, uno dei simboli dell'artigianalità della pizza. Nella nuova sede, dipendenti o futuri tali e aspiranti pizzaioli possono apprendere i segreti del mestiere, con la prospettiva di poter vedere crescere le proprie abilità. Spicca la presenza in questa sede delle figure più esperte interne all'azienda, il cui incarico è quello di trasmettere agli allievi tutte le conoscenze necessarie. Per gli stessi è possibile, inoltre, formarsi anche durante il servizio, poiché la cucina è dotata di due forni e uno spazio destinato agli impasti.

La formazione nella nuova sede non coinvolge soltanto i meno esperti o i neoassunti. Anche per chi è in azienda da più tempo sono previsti incontri e masterclass tenuti da persone professioniste del settore, per migliorare non soltanto l'area operativa ma anche quella manageriale e legata al marketing. L'obiettivo comune è quello di continuare a lavorare per aumentare il coinvolgimento attivo di chi gestisce le singole pizzerie o il brand. Tra le lezioni in programma, un corso di "Storia della pizza in Italia e nel mondo", uno dedicato alla Leadership e alla comunicazione e "Safe at Work", indirizzato ad affrontare situazioni di discriminazioni e violenze sul lavoro.

Non si tratta, tuttavia, soltanto di un istituto in cui potere apprendere la professione, ma anche di una sede centrale di Berberè con gli uffici amministrativi. C'è spazio anche per l'apertura di una nuova pizzeria, la quarta a Bologna, aperta tutti i giorni e che offre prodotti realizzati esclusivamente con farine bio e macinate a pietra e impastati solo grazie all'ausilio di lievito madre vivo.

"Questo progetto è la celebrazione stessa del lavoro"

"Il progetto - spiega Salvatore Aloè, uno dei fratelli fondatori - è dedicato alle persone che credono che questo sia un mestiere serio e bellissimo, che hanno voglia di imparare e intraprendere strade che letteralmente possano portarli in tutto il mondo. Ma anche a chi questo lavoro lo fa già da tempo e desidera continuare a crescere, o a chi ha bisogno di un nuovo inizio e ha solo la necessità di una guida per imparare e rimettersi in gioco. Casa Madre di Berberè è la celebrazione stessa del lavoro, la nostra risposta positiva e proattiva a chi crede che sviluppare un brand nel mondo del food significhi annullare l’artigianalità del lavoro. È il manifesto dell’industria più rappresentativa del Paese - quella della ristorazione - che vuole lasciare un messaggio lungimirante di immaginazione del futuro e investimento per realizzarlo. È, infine, l’impegno concreto nel fornire strumenti per reagire alla carenza di personale nel settore".

Imparare è una delle cose più belle al mondo e forse ne stiamo dimenticando il piacere - prosegue Matteo Aloè, l’altro fratello titolare della catena -. Ricordo come ero felice quando da bambino ho imparato ad andare in bici. Nella ristorazione è un po’ la stessa cosa: aver tolto le rotelle è fondamentale, ma non ci si deve fermare a quello. Con questo spirito vogliamo dare la possibilità a chi è assieme a noi di imparare sempre qualcosa di nuovo, anno dopo anno, anche solo per il piacere di farlo. Al progetto imprenditoriale farà bene, perché avremo, sempre e sempre di più, persone gentili che servono pizze buonissime in posti bellissimi”.

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