CHIARA GABRIELLI
Cronaca

"Abusi ripetuti sulla nipotina". Condannato a 5 anni e 4 mesi

L’uomo, 47 anni, si trova già ai domiciliari dopo la denuncia della moglie per maltrattamenti psicologici. L’avvocato delle parti lese: "Siamo soddisfatti". Il difensore: "Sentenza ingiusta, faremo appello"

Una protesta contro la violenza sulle donne

Una protesta contro la violenza sulle donne

Bologna, 30 aprile 2025 – Accusato di abusi sessuali sulla nipotina e di maltrattamenti alla moglie, è stato condannato a cinque anni e quattro mesi. E il 47enne dovrà risarcire le vittime con 60mila euro (30mila alla moglie e 30mila alla nipote). Secondo l’accusa, lui aveva palpeggiato nelle parti intime, con ‘la scusa’ di giocare al solletico, la nipote (figlia del fratello della moglie) in diverse occasioni tra il 2012 e il 2016, quando la ragazza, oggi maggiorenne, aveva tra i 10 e 14 anni.

Assistito dall’avvocato Mario Giuseppe Chirco, il 47enne ha sempre negato tutto. Nei giorni scorsi il gip Claudio Paris lo ha condannato a cinque anni e quattro mesi, oltre a disporre il risarcimento. Tutto è partito dalla denuncia della moglie per maltrattamenti di tipo psicologico verso di lei e i due figli. Maltrattamenti che sarebbero consistiti nell’obbligarla a vestirsi come voleva lui e a una vita parsimoniosa a livelli ritenuti dalla donna insopportabili. Lei diceva anche che l’aveva costretta a pratiche sessuali, in cui lui le avrebbe riferito di fantasie legate a bambine. Alla prima accusa, si è aggiunta quella di violenza sessuale su minore per fatti che sarebbero avvenuti dieci anni prima. Così l’uomo, a ottobre scorso, era finito ai domiciliari disposti dal gip Sandro Pecorella. I carabinieri avevano indagato e sequestrato i dispositivi in uso all’indagato. La difesa aveva prodotto gli estratti conto del bancomat dell’indagato per provare come lui lo lasciasse di solito in uso alla famiglia mentre era al lavoro, senza controllare le spese. Chirco aveva chiesto anche la revoca della misura. Aveva chiesto poi che fosse sentita l’altra ragazzina, della stessa età della nipotina di lui, che era presente in quei momenti del ’gioco del solletico’ finiti al centro delle accuse, richiesta respinta dal giudice. La vittima, sentita, ha confermato le accuse che sono state mosse allo zio.

"Sono soddisfatta di questa sentenza, il percorso è stato molto faticoso – commenta l’avvocato Anna Vio, legale della parti lese –, ma ora è stato riconosciuto quello che è successo".

"Faremo sicuramente appello – le parole dell’avvocato Chirco – contro una sentenza che riteniamo del tutto infondata e profondamente ingiusta. Il mio assistito sostiene di essere stato calunniato e rovinato dalle accuse della moglie. Ha perso il lavoro (nella sfera pubblica), è distrutto. C’è stato, a nostro avviso, un atteggiamento di chiusura da parte del tribunale. Il gip ha ritenuto provati i fatti solo sulla base delle dichiarazioni e delle sommarie informazioni rese dalla ragazza (la nipote). Il mio assistito ha detto che, sì, aveva condiviso fantasie con la moglie, ma erano su donne maggiorenni e lei era consenziente. La vicenda è stata esasperata, le fantasie sono state trasformate in fatti reali".