
Dopo l’accoltellamento le indagini furono seguite dai carabinieri
Il 4 gennaio accoltellò all’addome e a un braccio un agricoltore di 65 anni, a lui sconosciuto, piombandogli addosso mentre quest’ultimo si trovava nel cortile di casa propria. Ora, Francesco Passalacqua, 55 anni, anche noto come ‘killer della Riviera dei Cedri’, unico serial killer calabrese, e che al momento dell’aggressione stava scontando l’ergastolo proprio per quattro omicidi compiuti nel Cosentino negli anni Novanta in libertà vigilata, è stato condannato a cinque anni.
L’accusa di tentato omicidio, per cui la Procura (pm titolare Michela Guidi, ma sostituita in aula ieri dal collega Andrea De Feis) aveva chiesto una condanna di dieci anni, è stata riqualificata dal giudice per l’udienza preliminare Letizio Magliaro in lesioni personali aggravate. Da qui lo sconto di pena, già ridotta di un terzo secondo il rito abbreviato prescelto dall’imputato.
Riflette il suo avvocato, Vincenzo De Franco: "Il gup ha accolto la nostra tesi, che sosteneva come si fosse trattato di lesioni e non di tentato omicidio. Gli stessi consulenti, nostro e della Procura, escludevano la volontà omicidiaria del mio assistito, data la dinamica dell’aggressione". La vittima riportò una ferita all’addome profonda quattro centimetri e altre più lievi al braccio sinistro.
Passalacqua, che dopo l’interrogatorio di garanzia in cui si avvalse della facoltà di non rispondere decise di collaborare con la Procura, fornì la propria versione dei fatti: disse di non avere inteso uccidere il contadino, ma solo "spaventarlo" e dargli una "lezione" dopo che aveva saputo che questi, a lui prima del tutto sconosciuto, aveva litigato con un suo conoscente cui l’imputato era affezionato (conoscente del tutto ignaro dell’intento di Passalacqua).
Inizialmente l’avvocato De Franco aveva chiesto il rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica sul suo assistito, ma l’istanza fu respinta. Le motivazioni sono attese tra un paio di mesi, dopo di che è probabile il ricorso in appello.