Bologna, 8 maggio 2024 – “Un episodio grave che condanniamo con forza e per cui auspichiamo che vengano presto individuati gli aggressori". Queste le parole del sindaco Matteo Lepore e della vicesindaca Emily Clancy sull’aggressione razzista che ha coinvolto una famiglia senegalese. I fatti risalgono a sabato scorso, quando Nabu Dieng, senegalese d’origine e in Italia da 25 anni, suo marito Mbacke e i due figli di 9 e 18 anni, sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente da un gruppo di persone fuori dal Candilejas di via Bentini, in zona Corticella. "Se avete paura dei cani tornatevene a casa vostra. Questa non è casa vostra", è ciò che Nabu e i suoi parenti si sono sentiti dire dopo che avevano chiesto al gruppo (sette uomini e due donne) di tenere al guinzaglio i due cani di grossa taglia che avevano con loro.
“Ho risposto – racconta Nabu – che questa è casa mia, ma una delle due donne ha insistito dicendoci ‘questa non è casa vostra negri di m...’". Insulti gravi a cui poi è seguita un’aggressione fisica, che il marito di Nabu ha ripreso con il cellulare e in cui sono rimasti coinvolti anche i figli, portati al Maggiore e dimessi con diversi giorni di prognosi. "Alla bimba hanno fatto male a collo e schiena – continua – mio figlio invece è stato colpito alla spalla e mio marito ha ancora un dito gonfio. Questo è razzismo, te lo sputano in faccia il razzismo. È triste". La donna ha già sporto denuncia ai carabinieri. Ieri, poi, l’incontro con Lepore e Clancy: "Volevamo dire loro – così il primo cittadino – che Bologna è la loro casa e che la nostra comunità tutta si stringe a questa famiglia".
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