Agricoltura, resta il rebus siccità "La pioggia non è servita a nulla"

Michele Solmi, dirigente della Bonifica Renana, analizza la situazione dopo le eccezionali precipitazioni "L’acqua che serve alle nostre colture arriva dal Po e dai grandi laghi. E lì i livelli sono ancora molto bassi".

Agricoltura, resta il rebus siccità   "La pioggia non è servita a nulla"

Agricoltura, resta il rebus siccità "La pioggia non è servita a nulla"

Chi pensava che la passata alluvione avesse messo al sicuro le nostre coltivazioni in caso di un’altra estate siccitosa come quella del 2022, purtroppo deve ricredersi: le inondazioni hanno provocato soprattutto enormi danni, ma non sono servite a rafforzare le riserve idriche che servono alle enormi estensioni agricole del Bolognese.

Perché lo spiega Michele Solmi, dirigente Area agraria e ambientale della Bonifica Renana.

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"Il grande fiume dal quale attingiamo le riserve idriche per le coltivazioni è il Po e i suoi livelli idrometrici sono cresciuti solo di un paio di metri – specifica – e consideriamo che erano bassissimi per questo periodo. Quindi le piogge eccezionali che sono cadute non hanno fatto crescere di granché i livelli ed è ancora sotto alla media. Poi bisogna considerare che la eventuale risalita dell’acqua nel Po può essere momentanea: mi aspetto una ridiscesa. Poi quello a cui bisogna guardare con ulteriore e maggiore attenzione sono i grandi laghi del nord".

Solmi chiarisce che la vera riserva idrica sono il lago Maggiore, quello di Iseo e il Garda: "Maggiore e Iseo si stanno riempiendo bene, nel senso che sono al 70 per certo della capacità disponibile perché non è che i laghi possono essere prosciugati. E’ il Garda che dà maggiori preoccupazioni, è quello più vicino a noi ed è quello che ci interessa maggiormente: questo lago è ancora sotto del 4045 per cento rispetto alla capacità idrica e ancora al di sotto del suo livello medio".

Eppure nel territorio bolognese esistono tre invasi: neanche questi sono serviti a conservare acqua per essere utilizzata al momento del bisogno?

"Quelli di Varignana e Castel San Pietro sono pieni e quello del Reno Vivo, a Sasso Marconi, si sta riempiendo: è quello che maggiormente beneficiato delle piogge – chiarisce Solmi –. il fatto è che questi invasi hanno la loro utilità ma solamente per le zone limitrofe. Ad esempio da quello di Sasso Marconi l’acqua può essere prelevata a Casalecchio di Reno e scaricata a valle di Bologna, nelle zone di Castel Maggiore e Funo tanto per citare qualche località, ma non può andare. Così come quello a Castel San PIetro può essere di ausilio per le aree limitrofe. Ecco perché la nostra attenzione è rivolta a Po e grandi laghi: sono loro che si devono riempire".

Monica Raschi

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