
Alecs Bianchi e un impianto fotovoltaico
Bologna, 18 settembre 2019 - «Cosa è successo? Che di punto in bianco abbiamo cominciato a non percepire più lo stipendio, poi un disastro...». Ovvero fallimento, licenziamento e un lavoro tutto nuovo da cercare. Angelica era una delle dipendenti dell’azienda If Energia spa (già Eos group), dichiarata fallita dal tribunale civile di Bologna il 6 maggio 2014 con il suo presidente che oggi è accusato di bancarotta.
All’anagrafe Alecs Bianchi, 56 anni, ex esponente del Ccd, consigliere a Palazzo d’Accursio per 14 anni (1995-2009) grazie a una media di 40mila voti a legislatura, e con un passato burrascoso con il Bologna per una tessera vip platinum da 6mila euro che non avrebbe saldato. Secondo il pm Marco Forte – ieri in aula sostituito dal collega Antonello Gustapane –, in concorso con un socio oggi deceduto, avrebbe cagionato il crac della If con un dissesto quantificabile in almeno 725mila euro. E a chiamarlo in causa, dopo le prime istanze fallimentari dei dipendenti, è stato un suo ex collaboratore e membro del Cda, oggi unica parte civile costituita con gli avvocati Doriana De Simone e Giuseppe Cherubino.
Motivo? Da settembre 2009 a giugno 2012, stando agli addebiti, «ha subìto danni materiali e morali, oggetto e parte lesa dei comportamenti dell’imputato». Il quale avrebbe omesso di tenere per gli esercizi 2012 e 2013, e fino al fallimento, i libri e le altre scritture contabili. Un comportamento che non avrebbe consentito al curatore fallimentare di ricostruire la movimentazione degli affari e il patrimonio societario. Non solo. Alla parte civile sarebbero arrivati solleciti dall’Inps per contributi non versati ad esempio di 2.638 euro, oltre a un risarcimento danni di 300mila euro in quanto condebitore in solido della società che negli anni mutò il nome.
Ieri l’avvio dell’istruttoria dibattimentale con l’esame della curatrice del fallimento e con la procura che ha modificato l’imputazione facendo partire i presunti illeciti nel 2012 e non più nel 2011. Atto che dovrà essere notificato all’imputato (difeso dall’avvocato Federico Strozzi) per poter riprendere i lavori rinviati al 10 dicembre. Lui intanto si difende: «Non c’è niente, quella società l’avevo ceduta due anni prima del fallimento. Spiegherò tutto in tribunale».