Amministratore infedele, sequestro da 150mila euro

Il consulente del lavoro li avrebbe sottratti dal conto dell’anziano che seguiva. Avrebbe anche riscosso l’affitto della casa del pensionato a sua insaputa

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di Nicoletta Tempera

Non solo avrebbe sottratto, in quattro anni, oltre 70mila euro dal conto corrente dell’anziano di cui era amministratore di sostegno. Ma, una volta che questo si era trasferito dalla sua abitazione in una casa di riposo, aveva messo in affitto l’appartamento all’insaputa del proprietario, percependo tutto il canone per sé. L’amministratore infedele, un consulente del lavoro bolognese di 60 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati per peculato aggravato, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio.

E il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, negli scorsi giorni, ha eseguito il sequestro preventivo per equivalente di 150mila euro dai conti riconducibili all’indagato, decreto disposto dal gip Domenico Truppa. Le indagini, coordinate dalla pm Anna Sessa, sono partite dalla segnalazione del giudice tutelare, a cui l’amministratore aveva omesso di presentare la rendicontazione del patrimonio dell’anziano, un pensionato di 85 anni, che intanto è deceduto qualche mese fa.

Stando a quanto ricostruito dai militari delle fiamme gialle, il sessantenne, che ha amministrato i conti della vittima dal giugno 2017 all’agosto 2021, con più operazioni "indebite e destinate a scopi puramente personali", come spiega la Finanza, attraverso bonifici verso i suoi conti, prelevamenti in contanti e pagamenti bancomat, si sarebbe impossessato di oltre 70mila euro. Non solo. Quando l’anziano è stato costretto a lasciare la sua casa di via Bartoli, per essere ospitato in una casa di riposo, l’amministratore, senza dire nulla all’ottantacinquenne, ha messo in affitto l’abitazione, percependo per sé il canone pagato dai locatari, per una somma stimata dalla Finanza in circa 40mila euro. Sempre riguardo all’appartamento, l’amministratore infedele aveva presentato documentazione relativa a spese di ristrutturazione, sempre pari a 40mila euro, in realtà mai sostenute. Con il sequestro finalizzato alla confisca, la Finanza ha recuperato parte dei 150mila euro indebitamente sottratti dal consulente del lavoro. Avrebbe potuto aggredirne anche gli immobili, ma il sessantenne risulta non avere nulla intestato a sé.

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