Anna Maria Casadei: “Vi spiego lo scarabocchio infantile”

La bolognese nominata cavaliere dal presidente della Repubblica per la dedizione di una vita

Anna Maria Casadei

Anna Maria Casadei

Bologna, 17 aprile 2024 – Tutto è iniziato con gli scarabocchi del figlio di un anno e mezzo ed è culminato con l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine ‘Al Merito della Repubblica Italiana’, conferita motu proprio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una bella soddisfazione per la bolognese Anna Maria Casadei, 83 anni, ex insegnante di educazione artistica che per cinquant’anni ha esaminato disegni infantili, collaborando anche in casi che necessitassero di un’interpretazione particolare. Di qualche giorno fa la cerimonia in Prefettura, dove è stata ricordata la motivazione: "L’insignita si è particolarmente distinta per il suo impegno in ambito scolastico, imparando a indagare, attraverso disegni e scarabocchi, il mondo di emozioni, di gioia e di dolore, che i bambini vivono nella loro quotidianità e a riconoscere il dramma di quelli che hanno assistito ad atti di violenza sulle proprie madri". Un’attività che si è allargata alla pubblicazione di libri sul tema – l’ultimo si intitola proprio La violenza sulle donne. I bambini disegnano (Giraldi Editore), e all’impegno sul termine scarabocchio. "Non è uno sgorbio – si legge nella definizione depositata alla Siae da Casadei e sottoposta anche all’Accademia della Crusca – ma uno dei primi elementi del binomio emozione-ragionamento del piccolo nel periodo in cui non sa ancora esprimere le emozioni a parole". Ne parliamo nella puntata di oggi del nostro podcast, il Resto di Bologna.

Signora Casadei, quando ha iniziato a interessarsi allo scarabocchio infantile?

"Quando mio figlio aveva un anno e mezzo. Al tempo vivevo a Terni, dove lavorava mio marito. Un giorno il bambino, con atteggiamento molto determinato, prese dei colori iniziando a fare questi segni e io ho incominciato ad osservare come lavorava, come si comportava e quello che diceva. Questo scarabocchio diventava anche uno strumento per rivolgersi a chi voleva bene. Ognuno aveva un significato".

Come ha approfondito?

"Mi sono perfezionata in grafologia: è importante capire come lo scarabocchio si espande nell’ampiezza, nella direzione, nella parte alta, bassa, in laterale. Così poi gradualmente ho determinato alcune particolarità. Lo scarabocchio è legato all’età dei bambini e ai loro cambiamenti. Costituito da elementi ovali, o concentrici, diventa poi l’omino, la prima affermazione. A quell’omino il bambino mette gli occhi, la bocca, i primi radi capelli, ciglia enormi… non le orecchie, che disegnano più tardi".

Cosa rivela scarabocchio?

"La creatività è al massimo, poi però ci sono aspetti intimi del bambino: se ha un animale, ad esempio, lo rappresenta sempre. Il negativo viene fuori poco e in questo l’importante è il colore. Se sopra un segno usa molto colore, intenso, tipo nero, blu o rosso sta a significare un momento di disagio. Con i colori i bambini riescono a esprimere momenti negativi, soprattutto nei passaggi d’età, nel sentirsi dire no in certe occasioni. Rappresentano con segni e colori in modo molto determinato, soprattutto i bambini di questi ultimi anni".

Ci fa qualche esempio?

"Molti anni fa sono stata chiamata per interpretare gli scarabocchi di una bambina che subiva delle violenze. Aveva rappresentato se stessa su una sedia e all’altezza di alcune parti del corpo aveva messo segni neri. Negli anni sono stata invitata a collaborare dalla Facoltà di Psicologia, ad analizzare disegni dalle scuole e a formare insegnanti".

Fino al riconoscimento del Presidente.

"In Prefettura ero molto emozionata. Questo riconoscimento mi ha consacrata totalmente in questa mia specializzazione e in questa mia sensibilità per i bambini. Lo stesso Presidente ha mostrato grande interesse verso i piccoli, che saranno il futuro della nostra società".

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