Antonio Bernacchi: talento e ’dolce vita’

Notissimo cantante castrato del Settecento bolognese: su di lui è uscito un libro di Valentina Anzani

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di Marco Beghelli

È uscita da poco (editore LIM) la biografia di un celebratissimo cantante bolognese del Settecento, nato nello stesso anno di Bach, Händel e Scarlatti (1685), morto in quello in cui nasceva Mozart (1756), ricordato fra i maggiori protagonisti dell’opera barocca internazionale e della vita cittadina del tempo. ’Il castrato Antonio Bernacchi, virtuoso e maestro di canto bolognese’ è il titolo scelto da Valentina Anzani per presentare il frutto della sua ricerca in seno all’Alma Mater: alla narrazione biografica e artistica fanno seguito la cronologia dell’intera carriera, una ricca iconografia e centinaia di documenti perlopiù inediti.

Ma chi era Antonio Bernacchi?

"Un famoso cantante e ricercatissimo maestro di canto – dice l’autrice –. Nacque e studiò a Bologna, dove passò la maggior parte della vita, ma viaggiò moltissimo, fra corti e teatri. Non si atteggiò mai a divo, per indole personale, anche se le sue retribuzioni rivaleggiavano con quelle delle star più in vista, a riprova di quanto la sua arte fosse apprezzata. Il successo come cantante si rispecchiò in quello come didatta, trovandosi a istruire molti artisti della generazione successiva: perlopiù cantanti in carriera che ricorrevano a lui per perfezionarsi, come fece Farinelli".

I suoi rapporti con Bologna?

"Rientrava in città appena poteva, prendendo parte alla vita pubblica. Amico intimo di Padre Martini, verrà eletto per due mandati ‘Principe’ dell’Accademia Filarmonica, facendole fare quel salto di qualità che la elevò a riferimento per chiunque in Europa volesse il patentino di ‘maestro di cappella’ (Mozart sarà uno di quelli)".

Cosa significava essere castrati nella società del Settecento?

"La condizione fisica li poneva senz’altro a un livello di ‘diversità’, ma non significava emarginazione. Bernacchi è l’esempio dell’alta considerazione sociale – e non solo artistica – che un cantante castrato poteva guadagnarsi; Farinelli è un altro. Bernacchi riuscì perfino a superare gli ostacoli imposti dalla legge a chi non poteva ambire al matrimonio e a una famiglia: creò infatti attorno a sé una ‘brigata’ di allievi legati a lui non solo per riconoscenza didattica ma anche affettivamente, tanto da convivere nella stessa casa (oggi via Galliera 13-15), in una sorta di ‘famiglia allargata’. E quando il giovane tenore bolognese Carlo Carlani rimase orfano di padre, lo ospitò insieme a tutti i parenti (fratelli, cugina, madre, nonna), combinando poi di dargli in moglie la cantante Antonia Merighi, in realtà sua compagna di una vita, in un matrimonio di facciata che consentì a Bernacchi di crearsi una discendenza ereditaria. Cosa c’è di più moderno?".

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