Bologna, 22 febbraio 2019 - Una lettera al ministero competente già oggi pomeriggio e poi portare il problema in Conferenza delle Regioni, per chiedere una stretta sulla norma nazionale (in particolare sulla facilità con cui si ottengono i permessi di apertura); oppure, provvedere entro l'estate a una legge regionale. Queste le proposte della Regione presentate oggi dal governatore Stefano Bonaccini, dall'assessore alla sanità Sergio Venturi e dal direttore generale di Salute e Welfare Kyriakoula Petropulacos sulle case famiglia, dopo il drammatico caso di maltrattamenti ad anziani accaduto a San Benedetto Val di Sambro (FOTO).
L'eventuale legge regionale punterà su una stretta ai controlli (un 10% in più rispetto al 58% attuale, sulle case per anziani) con una task force ad hoc coordinata dall'assessorato regionale in collaborazione con Ausl, Comuni, sindacati, associazioni di volontariato; la Regione prevede di sostenere i Comuni anche con risorse specifiche aggiuntive.
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Poi, seconda stretta sarà sui requisiti nei regolamenti comunali: quelli ora facoltativi diventeranno obbligatori, come le verifiche precedenti all'apertura, la richiesta di spazi adeguati e personale qualificato, una puntale organizzazione delle attività e i requisiti di moralità (per esempio: i gestori non devono avere precedenti penali e avere il certificato antimafia). Infine, la terza stretta sarà su apertura e partecipazione: le strutture dovranno obbligatoriamente essere aperte non solo a parenti e conoscenti degli anziani, ma anche alle associazioni di volontariato accreditate e alle organizzazioni sindacali.
"Ringrazio il procuratore capo Giuseppe Amato per le sue parole - sottolinea il governatore Bonaccini -: tutte queste misure possono fare solo una parte, ma il controllo da parte dei parenti degli anziani non può mancare"
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