BENEDETTA CUCCI
Cronaca

L’arte del gelato di Passerini: “Mio nonno inventò la panierina”

Paolo, alla guida dell’azienda di famiglia, si racconta nel nostro podcast ’il Resto di Bologna’

Paolo Passerini è alla guida dell’azienda di famiglia fondata dal nonno Cesare a Calderara di Reno nel 1932, lo stesso anno in cui inventò la panierina del gelato

Paolo Passerini è alla guida dell’azienda di famiglia fondata dal nonno Cesare a Calderara di Reno nel 1932, lo stesso anno in cui inventò la panierina del gelato

Bologna, 8 maggio 2024 – “Ho un bellissimo ricordo… che non vedevo l’ora che venisse l’estate per poter andare a lavorare in azienda e mi ricordo che una delle mie caratteristiche era mangiare queste panierine ancora calde, che riempivo di zucchero a velo, era la mia merenda preferita".

Come non ritrovarsi inebriati in questo assaggio di memoria di Paolo Passerini, che apre il nostro podcast "Il Resto di Bologna" di oggi? Risale alla fine degli anni Sessanta, inizio Settanta, e racconta di come un bimbo bolognese che aveva per nonno l’inventore della cestina del gelato, chiamata anche panierina, fosse bene a conoscenza di cosa volesse dire la parola ‘felicità’. Oggi Paolo Passerini, che ha preso il testimone da papà Walter, è alla guida dell’azienda di famiglia fondata dal nonno Cesare a Calderara di Reno nel 1932, proprio nello stesso anno in cui inventò la famosa cestina e naturalmente la macchina per farla, con gli stampi, oggi vera e propria memorabilia aziendale, assieme alle scatole di latta in cui si vendevano le panierine. Passerini1932 oggi si occupa di gelato a 360 gradi e ha realizzato gelaterie in tutta Italia, moltissime a Bologna.

Com’è nata la panierina signor Passerini?

"È nata tanti anni fa, tra il 1932 e 1933, su un’idea di mio nonno, Cesare Passerini, che ebbe questa intuizione di spezzare, troncare volgarmente il cono di cialda, per far sì che i gelatieri potessero dare la cialdina non solo nelle mani dei clienti, ma potessero anche appoggiarla sui banchi ho sulle vetrine di vendita. Da lì sono state fatte varie misure, fino a sette, adesso ne trattiamo cinque".

Che tipo era il nonno, uomo nato a inizio Novecento?

"Era un tipo che non ha mai avuto paura di fare degli investimenti. Una persona piuttosto avanti perché fu tra i primi a prendere un’azienda di riciclaggio dei vetri, iniziando con dei cinema estivi con del trasporto con dei camion. Io ho avuto la fortuna di averlo per poco, anche se aveva una certa età, cosa che non gli ha impedito di insegnarmi tanto. E ho avuto anche la fortuna di avere mio padre che mi ha aiutato tanto e assieme abbiamo creato l’azienda com’è ora".

Perché la panierina è rimasta una celebrità molto locale?

"Perché è nata qua, qui ha avuto un grande sviluppo, è piaciuta tanto, ma essendo noi un’azienda piccola, senza una distribuzione nelle zone fuori dalla nostra competenza, siamo rimasti qui. Da un po’ di tempo abbiamo iniziato a portarle anche in giro per il mondo. A New York ci siamo arrivati in parte perché lì abbiamo fatto una gelateria che purtroppo è durata poco e poi ha chiuso. Ma quest’anno siamo arrivati in Australia, in Cina, a Londra e in tutto il mondo la cestina non è tradotta, la chiamano cestina!".

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