Ausl unica Bologna Imola: dubbi, vantaggi e svantaggi

Le opposizioni battagliano tra provincia e regione. E lo stesso titolare della Sanità emiliano-romagnola, Raffaele Donini avanza dubbi sull’opportunità dell’operazione

Ausl unica, il tema fa discutere le opposizioni

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Bologna, 20 marzo 2023 – Un’unica Azienda Usl che unisca Bologna e Imola. Un’idea che va avanti da tempo, osteggiata da tanti, osannata da altri. Difficile capire quali potrebbero essere i reali vantaggi, perché il dibattito è ancora tutto teorico, anche se qualche esempio c’è già e nemmeno troppo lontano: la Romagna, da gennaio 2014 ha una unica Ausl che comprende Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Un territorio l territorio di riferimento, di 5.098 chilometri quadrati, una popolazione di 1.124.896 persone residenti (1.106.375 gli assistiti).

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L’obiettivo alla base dell'istituzione dell'Azienda Usl della Romagna, come venne allora annunciato, non era basato sul risparmio di risorse, bensì sulla loro massima valorizzazione, continuando a erogare elevati livelli di assistenza, attraverso un progetto di innovazione, sviluppo e crescita. Difficile comprendere, anche in questo caso, quanto e se sia sia effettivamente risparmiato, se ci siano state o meno razionalizzazioni a livello amministrativo.

Per le opposizioni presenti in Regione, soprattutto per la Lega, il risparmio non ci sarebbe stato, come ha dichiarato Massimiliano Pompignoli: “L’Ausl Romagna fu fatta per coprire buchi fatti da qualcuno che certo non siamo noi visto che non abbiamo mai governato questa Regione”. Immediatamente incalzato da Massimo Bulbi (Pd): “L’Ausl unica della Romagna funziona, a dirlo è lo stesso sindaco di centrodestra di Forlì. A meno che non lo abbiate sfiduciato, le parole del sindaco di Forlì confermano che l’Ausl unica della Romagna funziona”.

Un’unica Ausl, frutto della fusione tra Bologna e Imola, non trova già d’accordo i primi cittadini delle due città, con il sindaco felsineo, Matteo Lepore a favore e Marco Panieri, presidente del Circondario e primo cittadino di Imola che non manca di sottolineare che “per il nostro territorio ogni ragionamento non può prescindere dall’autonomia della nostra Ausl”. E il discorso si fa già complesso. Anche perché in questa gigantesca partita dovrebbero probabilmente entrare Ircss di altissimo prestigio e qualità come il Policlinico Sant’Orsola. 

Per quanto riguarda il titolare della Sanità regionale, Raffaele Donini il commento alla diatriba che ruota intorno alla questione è stato: “Credo che l' Ausl unica debba essere necessariamente valutata nel tavolo interistituzionale che c'è in Bologna metropolitana. Mi pare di capire l'ipotesi meno probabile". E pochi giorni fa la maggioranza di centrosinistra che sorregge la giunta Bonaccini ha bocciato una risoluzione a prima firma Marta Evangelisti (Fd’I) che chiedeva alla Regione di fare chiarezza sulla proposta avanza dal sindaco di Bologna e sindaco Metropolitano Matteo Lepore di realizzare un' unica Azienda Sanitaria Metropolitana che unisse le attuali Ausl unica di Bologna e quella di Imola.

Intanto secondo il sindacato dei medici Cimo-Fesmed “l’unificazione delle due Ausl è iniziata, anche se sottotraccia. Già da tempo sono state messe in atto azioni de facto, attraverso architetture organizzative unificate tra le aziende dell'area metropolitana che hanno mostrato tanti limiti sia giuridici che pratici nell'organizzazione del lavoro, e che sono stati il banco di prova di questa unificazione. Queste sperimentazioni purtroppo non hanno fatto altro che portare a un peggioramento delle condizioni di lavoro dei medici su larga scala”, sottolineano Salvatore Lumia, presidente Cimo-Fesmed dell'Emilia-Romagna e presidente della commissione Albo Medici dell'Ordine di Bologna e Luca Spinardi, segretario Cimo-Fesmed dell'Ausl di Bologna.

"Non si può mandare un chirurgo ad operare un paziente un giorno in un ospedale ed un giorno in un altro – insiste Lumia –  quando il chirurgo opera un paziente, nei giorni seguenti deve (e vuole) seguirlo nel decorso post-operatorio, per cogliere gli eventuali aspetti del trattamento post-operatorio, dell'insorgere di eventuali complicante, nella personalizzazione della cura. Deve esistere, all'interno di ogni Unità operativa complessa un apicale, che sia, oltre che il responsabile, la persona che ha la maggior competenza, capacità ed esperienza a cui i medici (e i pazienti) possano rivolgersi nelle situazioni più complesse o critiche; non può essere solo un manager vagante tra i diversi presidi territoriali, dedito a compiti organizzativi e di budget".

Infine l’appello del segretario Lumia: “Se si vogliono unificare le due Aziende sanitarie di Bologna, lo si faccia, se legalmente possibile, ma si tengano bene presenti e si risolvano le criticità con una condivisione con i medici che vi lavorano che sia vera e non solo formale e a parole".

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