Bagni no gender in Comune, firmato a Bologna l’odg dei diritti

Approvato l’ordine del giorno che introduce anche le carriere alias per i dipendenti di Palazzo d’Accursio. Il centrodestra vota no. “No registri alias nelle scuole”.

Un ordine del giorno impegna la Giunta a lavorare sui bagni 'no gender'

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Bologna, 29 maggio 2023 – A Palazzo d’Accursio sono in arrivo i bagni no gender. Il Consiglio Comunale ha approvato l’ordine del giorno, presentato da Porpora Marscasciano di Coalizione civica, con un pacchetto di misure nel segno dell’inclusione, che puntano anche all’eliminazione delle distinzioni di genere sulle porte dei bagni o in situazioni analoghe, come le cabine elettorali, spesso divise tra maschi e femmine. “Non capisco quale possa essere il problema – spiega Marcasciano -. È un allargamento di diritti in favore di chi ha problemi anche seri nell’accesso a queste strutture”.

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Sulla scia dell’inclusione, nell’ordine del giorno c’è anche l’introduzione di carriere alias anche per i dipendenti di Palazzo d’Accursio, che dà la possibilità ai lavoratori di scegliere un nome, e di conseguenza il genere, di elezione, senza che sia ultimato il percorso di transizione. Si tratta di scelte che “vanno nella direzione del rispetto dei diritti umani e dei diritti sociali, per quella che è sempre stata considerata una minoranza. Ma una minoranza non è più”, conclude Marcasciano.

Opposizione sulle barricate

Ma l’opposizione si scaglia e il centrodestra vota no. “Siamo assolutamente contrari, ci sono possibili contrasti con la normativa civile e anche con il codice penale – tuona il leghista Matteo Di Benedetto-. Siamo preoccupati per ciò che ha detto la vicesindaca Clancy sulle carriere alias nelle scuole. Con un nostro odg chiediamo al Comune di impegnarsi perché i registri alias non vengano introdotti nelle scuole, perché vorrebbe dire cristallizzare situazioni di difficoltà psicologica momentanee per sfruttarle in termini di propaganda”.

Vota contro anche Fdi: “Queste tematiche devono essere tenute lontane dai bambini, c’è rischio di indottrinamento – dice Stefano Cavedagna-. Giù le mani dai bambini”. Ma il centrosinistra non ci sta. Secondo Marcasciano, il riferimento ai bambini “ricorre troppo spesso. Le alias riguardano maggiorenni o, su richiesta delle famiglie, la fascia 16-18 anni”.

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