Belinelli dal Papa con una delegazione Nba

"Una grande emozione": il 34enne cestista di San Giovanni in Persiceto (Bologna), è stato ricevuto in Vaticano, in udienza privata. Con lui anche la moglie Martina

Marco Belinelli

Marco Belinelli

Bologna, 23 novembre 2020 - Come una tripla, meglio di una tripla. Marco Belinelli, il trentaquattrenne cestista di San Giovanni in Persiceto (Bologna), è stato ricevuto, in udienza privata, da Papa Francesco.

Marco non era solo, perché con lui c’era la moglie Martina. E c’era una selezioni di giocatori Nba, Sterling Brown, Kyle Korver, Jonathan Isaac e Anthony Tolliver e i rappresentanti dell’associazione giocatori della Nba, Michele Roberts, Nbpa Executive Director; Sherrie Deans, Executive Director Nba Foundation e Nbpa Chief Operating Officer e Matteo Zuretti, Chief of International Relations.

Tema dell’incontro in Vaticano la giustizia sociale e il grande impegno del mondo Nba, dopo la morte di George Floyd.

Il Santo Padre, che è un tifoso del San Lorenzo e appassionato di calcio, ha aperto alla Nba, riconoscendo il ruolo che, il mondo dei professionisti americani, hanno avuto nei mesi scorsi, relativamente a tematiche legate al razzismo e al Black Lives Matter.

“Io e mia moglie Martina - racconta Belinelli - abbiamo avuto l’onore stamattina di incontrare Papa Francesco. E’ stato un momento emozionante e carico di valori. Mi sono presentato al Papa e ho spiegato che ero lì per supportare i miei colleghi nel loro quotidiano impegno negli Stati Uniti, ma non solo. Ero lì anche per dimostrare che gli atleti hanno la responsabilità di vivere nella società e cercare di cambiare le situazioni che non funzionano. Abbiamo un potere mediatico molto forte e dobbiamo usarlo in modo positivo per arrivare anche dove le istituzioni mancano. Il Papa ci ha detto parole importanti: dobbiamo continuare a essere uniti, ad agire come fratelli e a essere di esempio per le generazioni più giovani. Non dimenticherò mai questa esperienza”.

Non è la prima volta che Marco si trova a contatto diretto con le grandi personalità del XXI secolo. Nel 2015, era stato ospite, insieme con i suoi compagni dei San Antonio Spurs, della Casa Bianca e di Barack Obama.

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Spurs ricevuti come campioni Nba, com’è nella tradizione degli States. Ma Beli, in qualche modo, spinse proprio Obama a rompere  il protocollo. Perché Obama, grande tifoso dei Chicago Bulls, in quell’occasione ricordò più volte quello che Marco aveva fatto, qualche anno prima, con la maglia rossonera portata ai massimi livelli da Michael Jordan.

Prima Barack Obama, oggi il Santo Padre. “Un’emozione che ancora faccio fatica a metabolizzare”, dice un Belinelli visibilmente toccato e commosso prima di risalire sul treno che ha riportato lui e la moglie Martina a San Giovanni in Persiceto.

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