‘BilBolBul’, riecco le graphic novel Da Zuzu a Igort e Fumetti Brutti

Il festival internazionale torna in presenza: 32 mostre e 25 incontri, ma anche tanti eventi in parallelo

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Da una parte c’è un viaggio a ritroso di 20 anni per ripercorrere l’arrivo della graphic novel, dall’altra un’indagine sul presente economico di un mestiere che affascina sempre di più. Con una generale voglia di scandagliamento professionale torna in presenza BilBolBul, festival internazionale di fumetto che giunge alla quindicesima edizione dal 2 al 5 dicembre, portando 9 mostre principali, 25 incontri, 24 mostre off e un rafforzamento della dimensione internazionale con quattro ospiti: Frederik Peeters (autore del manifesto BBB 2021), Anders Nilsen, Antoine Cossé e Gabriella Giandelli, protagonisti di Ritratti d’autore al Das-Dispositivo Arti Sperimentali. Si conclude con questa edizione anche il progetto delle stanze d’artista all’hotel Phi Hotel-Al Cappello Rosso con l’intervento di Noemi Vola, Emma Lidia Squillari e Andrea Antinori.

In questi anni BilBolBul, diretto da Emilio Varrà, ha portato una continua narrazione sul mondo illustrato. Basta leggere i nomi di chi parteciperà al convegno Ieri, oggi, domani: 20 anni di graphic novel in Italia, il 2 dicembre dalle 9 all’aula magna dell’Accademia di Belle Arti, per scoprire che Bologna è da sempre la capitale del fumetto: Igort, Vanna Vinci, David. B, Fumetti Brutti (ha studiato alla nostra Accademia), Paolo Bacilieri.

Il punto è che la graphic novel entra di diritto negli scaffali delle librerie agli albori del 2000 grazie a realtà editoriali di base in città, come Phoenix, Kappa Edizioni, Black Velvet, Punto Zero e Coconino Press. E proprio quest’ultima casa editrice ha scommesso su Zuzu, nome imprescindibile della nuova generazione di fumettiste italiane che a Squadro, in via Nazario Sauro 27b, espone dal 2 dicembre alle 20,30 le tavole di Giorni Felici: la storia di una ragazza in bilico tra la tentazione di annullarsi nell’amore e la paura di perdere se stessa. Il dialogo tra passato e futuro è la spina dorsale di Invisible Lines. E spazio agli esordienti: alla Fondazione del Monte la mostra Prendere posizione. Il corpo sulla pagina con Emile Gleason, Rikke Villadsen, Nicoz Balboa e Alice Socal.

Benedetta Cucci

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