Calciatore pestato a Bologna, Numa chiuso dodici giorni

Il diciannovenne, sentito dalla Squadra mobile, ha raccontato di essere stato colpito da un pugno anche all’interno del locale di via Maserati

Bologna, 12 novembre 2021 - Dodici giorni di chiusura. Il Numa di via Maserati è costretto a spegnere la musica fino al prossimo 23 novembre, su disposizione del questore Isabella Fusiello, all’esito dei primi accertamenti sulla violenta aggressione subita da un calciatore della primavera del Bologna nella notte tra sabato e domenica scorsi. A comunicare ai suoi frequentatori il provvedimento notificato dalla polizia amministrativa è stato proprio il locale che ieri pomeriggio ha postato sulla sua pagina Facebook la notizia.

Sulla brutta vicenda indaga la Squadra mobile, guidata da Roberto Pititto, che ha già stretto il cerchio attorno ad alcuni soggetti di origine nordafricana, ritenuti autori del pestaggio del diciannovenne. Una vicenda, stando agli accertamenti della polizia, iniziata già dentro al locale (di qui la decisione della sospensione dell’attività per 12 giorni). La vittima, per cui è stata definita dai medici del Maggiore una prognosi di oltre 40 giorni, ha raccontato agli agenti della Squadra mobile che la lite con i cinque balordi sarebbe iniziata all’interno del Numa, dove il ragazzo sarebbe stato colpito da un primo pugno, che gli ha fatto saltare un dente.

Proprio a causa di quel colpo il giocatore, intorno alle 5, aveva chiamato la madre, chiedendo di venire a prenderlo per andare insieme al pronto soccorso. Intanto, il ‘branco’ era stato allontanato dal locale dagli addetti alla sicurezza del Numa. Così, quando il diciannovenne, da solo, è uscito in strada ad attendere la mamma, si è trovato davanti i cinque magrebini, pieni di rabbia per l’affronto subito, che lo hanno inseguito e pestato a sangue, a più riprese, causandogli la rottura della mandibola.

"Sapevano chi ero – ha raccontato il ragazzo –. Mi dicevano: ‘Se vuoi tornare a giocare a calcio devi correre più veloce’. Ho avuto paura, ne ho anche ora. Ma poteva andare molto peggio". Nel locale, a trascorrere la serata col calciatore, c’erano anche la fidanzata, alcuni compagni di squadra con le ragazze e altri amici. Tutti sono stati ascoltati dalla polizia, ricostruendo l’inizio della discussione, nata da una provocazione infantile: il lancio di cubetti di ghiaccio da parte degli aggressori del diciannovenne, che si trovavano sulla balconata, verso il tavolo dei calciatori.

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